L’italia ai tempi del Covid: la chiesa diventa un deposito di bare, file per mascherine che non ci sono

Oggi vertice del governo con il comitato tecnico scientifico per le misure anti-coronavirus.

Sono 93.187 i malati di coronavirus in Italia, con un incremento di 1.941 (domenica erano 2.972 in più). Le vittime sono 16.523, 636 in più (domenica era 525 in più). Sono 22.837 i guariti, mentre i ricoveri calano del 90% in una settimana. Il governo, così, comincia ad affrontare concretamente il nodo di come ripartire dopo un mese di lockdown.

I ricoveri in terapia intensiva sono calati. Sono, infatti, positivi i dati per il terzo giorno consecutivo “una frenata brusca”, ” la definisce il primario di pneumologia del Gemelli e membro del Comitato tecnico scientifico Luca Richeldi.

Aumentano però i morti e i contagi. Sono questi i dati che non consentono ancora di poter riaprire il Paese. Quasi 2mila nuovi positivi (con un incremento del 2,1% rispetto a domenica che porta il totale a 93.187) e 636 morti nelle ultime 24 ore dicono infatti che bisogna muoversi con molta prudenza.

 

Lento ma costante miglioramento in Lombardia

In Lombardia le persone positive sono in tutto 51.532 con una crescita nelle ultime 24 ore di 1.079 casi (di cui 112 a Milano). I deceduti sono 297 in più (nel complesso sono 9.202 le vittime da inizio emergenza). “I dati sono confortanti e in linea anche a Milano, che ieri ha segnato rallentamento di circa 100 positivi”. Lo ha detto l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera. “Altre città stanno rallentando in modo significativo, come Bergamo e Brescia – ha spiegato Gallera -. Milano ancora l’altro ieri aveva una linea un po’ indecisa e contraddittoria, però siamo in una situazione assolutamente sotto controllo in numeri assoluti in proporzione alla popolazione. Questo non vuol dire in alcun modo rilassarsi, dobbiamo continuare a essere molto rigorosi. Però i dati complessivamente ci fanno vedere che il sacrificio ha portato un risultato”. “Le mascherine sono già state distribuite in una grande quantità ai sindaci ieri, che hanno iniziato la distribuzione ai cittadini”. Ha continuato l’assessore lombardo a proposito dei 3,3 milioni di mascherine di cui la Regione ha annunciato la distribuzione. “Ce ne sono 300 mila – ha anche spiegato – destinate alle farmacie, che le regaleranno: la distribuzione da parte dei grossisti avverrà penso tra oggi e domani. Quindi nell’arco della settimana le farmacie inizieranno distribuirle gratuitamente a una fascia di popolazione”, ha aggiunto Gallera.

Valseriana

Intanto è ancora polemica per la zona rossa in Valseriana “noi eravamo convinti che venisse attivata dal Governo”, ha commentato Gallera. “Il 3 marzo sera ero al telefono con il professor Brusaferro, che ne ha dato atto in un verbale, stavamo ragionando su questo e lui mi disse che stavano chiudendo la richiesta formale dell’istituzione della zona rossa al Governo. Il 5 arriva ad Alzano e Nembro un cospicuo numero di militari e quindi a quel punto, con anche l’indicazione dell’Istituto superiore di sanità, noi attendevamo l’istituzione della zona rossa. Avremmo potuto farla noi? Ho approfondito ed effettivamente c’è una legge che lo consente. Ma quando il 5 arrivano le camionette, noi eravamo convinti che venisse attivata dal lì a pochi minuti. È evidente che non ha senso fare un’ordinanza quando abbiamo tutti i fatti concludenti che il Governo la sta facendo”, ha spiegato Gallera. “Poi – ha aggiunto l’assessore – il Governo ha deciso di fare la zona rossa in tutta la Regione, con l’obiettivo di evitare che la gente uscisse e si contagiasse. Quindi noi il 4 o il 5 avremmo potuto farla? Sì, può essere. Ma aveva senso farla quando avevamo l’evidenza che il Governo la stava per emanare, con 200 carabinieri che erano arrivati ad Alzano e noi eravamo stati informati di questo? Dopo di che c’è stata una strategia diversa, più ampia che noi abbiamo condiviso assolutamente. E quindi si è superato questo ragionamento”.

Bare in Chiesa

Il governo invia una squadra di ispettori al Pio Albergo Trivulzio. Il ministro della Salute Roberto Speranza e il suo vice Pierpaolo Sileri hanno deciso di approfondire la situazione di emergenza nel polo geriatrico più importante del Paese, sulla cui condotta la procura di Milano ha già aperto un’inchiesta con l’ipotesi di diffusione colposa di epidemie e omicidio colposo. Il sospetto sul quale anche Roma, ora, vuole vederci chiaro riguarda l’ipotesi che alla “Baggina”, come da sempre i milanesi chiamano la storica struttura cui tutta la città è affezionata, siano stati nascosti casi di Covid-19 mettendo a rischio ospiti e operatori. Nella struttura, compresa sia la Rsa sia la riabilitazione, sono morti solo a marzo, in piena emergenza coronavirus, 70 anziani. Ma gli ospiti qui continuano a morire. L’obitorio del Pat è una stanza di sofferenza piena di lenzuoli bianchi arrotolati, sdraiati uno accanto all’altro e le bare arrivano anche in Chiesa.

La situazione dei senzatetto in Piemonte

La Regione Piemonte rafforza le unità di strada, per verificare il numero e le necessità dei senzatetto che non accedono ai servizi dedicati, e ha ampliato gli orari di mense e servizi di ospitalità. Questa è la decisione presa dalla giunta regionale ieri sera, per contenere il diffondersi del virus nei centri di accoglienza per le persone senza fissa dimora.   “Abbiamo lavorato – sottolinea Chiara Caucino, assessore regionale al Welfare – per tutelare anche le persone meno fortunate che, in questo grave periodo di emergenza, non hanno una casa in cui alloggiare. Per questo abbiamo predisposto alcune indicazioni essenziali di prevenzione in modo da assicurare la continuità di un servizio oggi così prezioso per coloro che, altrimenti, vivrebbero per strada”. “Quello della Regione – conclude Caucino – è un impegno di solidarietà nei confronti dei più deboli. Un dovere sociale e morale delle Istituzioni per fornire un supporto concreto a chi ne ha bisogno, proprio per evitare che ad emergenza si aggiunga emergenza”.

In Liguria

Non si arresta il coronavirus in Liguria, ma frena: dopo molti giorni, il numero di positivi nel giro di 24 ore si ferma sotto le 50 unità. A lunedì sera infatti risultavano 3.772 positivi al Covid-19, 41 in più rispetto a domenica. Numeri che accendono una timida speranza, come ha confermato anche il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti: «I dati confermano che stiamo scendendo sulla curva».

Coronavirus: Raggi, controlli intensificati per la Pasqua

“Controlli intensificati” per la Pasqua a Roma da parte della polizia locale nel caso qualcuno “volesse fare la scampagnata”. Li ha annunciati la sindaca di Roma Virginia Raggi. “Fino a oggi i romani si sono comportati bene – ha detto -siamo orgogliosi dei sacrifici che abbiamo fatto. Abbiamo luoghi della città con un abbattimento del traffico oltre il 90%, e questo significa tanto. Dobbiamo continuare a tenere, non possiamo abbassare la guardia ma mantenere questa condotta che c’è stata imposta. Dal nostro punto di vista la nostra polizia locale continuerà i controlli”. Raggi ha poi spiegato che, non si è ritenuto necessario l’intervento dell’esercito, dato il grande numero di controlli effettuato dai vigili, in collaborazione con polizia e carabinieri.

Napoli

In Campania, i contagi sono 3.058: 204, i pazienti morti, 156 quelli guariti, ma accanto a questi numeri che nascono le storie di vita di tante persone ci sono i racconti di chi vive questa emergenza per strada. Una di queste è la storia di Anna, una signora che vive in una scatola di cartone nella Galleria Umberto. “E’ il mio appartamentino” sorride mentre conta veloce i passi che la separano da piazza del Plebiscito, per rendersi conto fin dove può arrivare senza contravvenire alle ordinanze. “Sono qui da quattro mesi e questo cartone che mi hanno dato i volontari è diventata la mia casa durante l’emergenza: è comodo, si può chiudere e riporre. Solo io ce l’ho, siamo in 40 a vivere in Galleria. Non possiamo allontanarci, come da una casa vera, ma non tutti rispettano le restrizioni. Ci dicono di tenere le distanze, ma tra di noi non abbiamo paura” racconta la donna. “Per fortuna la polizia municipale ci è vicina, gli agenti ci hanno portato bevande calde ora che i bar sono chiusi e non si trovano – e aggiunge -, poi ci sono i volontari che ci danno un pasto fresco al giorno. In fila ad aspettare ci sono anche persone che lavorano, si scusano perché durante la distribuzione si tengono a distanza per evitare possibili contagi ma noi siamo i meno a rischio, ne sono sicura”.

In Sicilia c’è allarme povertà

La sirena suona per l’emergenza povertà in Sicilia durante il coronavirus. Sono, infatti, stati attivati 50 sportelli in tutte le circoscrizioni per chi non può presentare la domanda online di per ottenere l’assistenza alimentare: il Comune, infatti, per queste persone ha dato la possibilità di usufruire dei pc collocati appositamente presso gli uffici. L’amministrazione, che ha stanziato 5 milioni e conta di dare assistenza per almeno tre settimane a 15mila famiglie. Ieri gli uffici hanno ricevuto 900 autocertificazioni e hanno mandato a 2500 richiedenti i moduli da stampare. La giunta ha poi stabilito, con un atto di indirizzo, che ogni buono spesa varrà 5 euro e potrà essere speso entro il 30 aprile. Il Comune, inoltre, ha destinato 500mila euro a Caritas, Banco delle opere di carità, Missione speranza e carità, Croce Rossa e Banco alimentare per la distribuzione della spesa a chi non può richiedere i buoni pasto.

Intanto a Palermo, come in altre zone d’Italia, mancano le mascherine. Queste sono la nuova ‘arma’ utile alla popolazione per affrontare la Fase 2. In mezza Italia, infatti, si annunciano ordinanze sull’obbligo di dispositivi di protezione individuale, affinché proteggano contro la diffusione del Covid-19 anche nella futura fase di ripresa delle attività.