Zuccaro: “Se non interviene la politica, regna la criminalità”

Le dimensioni del traffico organizzato dei migranti non sono una variabile dipendente soltanto dal volume della domanda, che potenzialmente è inesauribile, e da quello dell'offerta. Ma sono in buona misura condizionate dalle risposte a livello politico, e in minima parte giudiziario, che vengono adottate dalla controparte che più di tutte è coinvolta, e cioè l'Italia“. Lo ha detto il procuratore distrettuale di Catania Carmelo Zuccaro partecipando alla seconda giornata del convegno nazionale su “Le nuove frontiere dell'immigrazione” promosso dall'associazione di magistrati Area Democratica per la Giustizia (Area Dg).

Secondo il pm che un anno fa ha lanciato l'inchiesta nei confronti delle ong, “se le autorità italiane rinunciano al controllo del flusso migratorio – ha aggiunto Zuccaro – se le misure adottate non vengono coerentemente applicate da tutte le componenti del sistema Italia, allora il fenomeno sarà esclusivamente governato dalle organizzazioni criminali che operano in Libia in un regime di monopolio”. Secondo Zuccaro, “ben altri risultati in termini di vite umane salvate e di storie di violenze e abusi evitati si avrebbe con la creazione di hotspot gestiti a livello internazionale. Che è l'unico modo, a mio avviso, di porre fine veramente al vergognoso traffico di migranti da parte delle organizzazioni criminali”. Il pm ha dunque aggiunto che “la solidarietà umana, che non si può non nutrire per persone che fuggono da situazioni di conflitto e di persecuzione di varia natura, non può consentire la sopravvivenza di un sistema che costringe i migranti a compiere un pericoloso viaggio nel deserto, prima, per consegnarsi nelle mani di spietati assassini dopo, di cui diventano ostaggi, e per i quali si organizzano salvataggi in mare per liberarli”.