VENDOLA METTE SEL IN SOFFITTA. “A OTTOBRE UNA SINISTRA OLTRE IL PD”

Tutto pronto per la nascita di una sinistra di governo. L’annuncio arriva da Nichi Vendola ma i tempi erano maturi già da qualche mese, dopo le prime scissioni all’interno del Pd, con le uscite di Pippi Civati (che ha lanciato “Possibile”) e Stefano Fassina (con la kermesse del Palladium di sabato scorso). Sel, ha spiegato l’ex governatore della Puglia durante l’assemblea “Senza frontiere”, è il passato, occorre un nuovo soggetto “da ultimare in un grande appuntamento di ottobre, che porti a un nuovo nome e un nuovo simbolo” in vista delle amministrative del 2016. La proposta è stata votata all’unanimità dall’assemblea nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà, alla presenza di Fassina, del segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, e dell’ex grillino Francesco Campanella. Già il 28 luglio i parlamentari di questo cantiere della nuova sinistra – fotografato dalla delegazione che si è recata ad Atene per il referendum – terranno un incontro per preparare i gruppi unici in autunno. Con un occhio a chi, come Alfredo D’Attorre, oggi è parte della minoranza Dem più critica ma potrebbe uscire dal Pd nel prossimo futuro.

Nel frattempo, èl’invito di Vendola, “non costruiamo un soggetto di reduci, di custodi delle tombe” ma una “sinistra moderna e inclusiva” che risponda ad una “domanda che c’è nel Paese”. Il punto, ribadisce l’ex governatore pugliese è che “Sel non muore ma intende rinascere in qualcosa di più grande”, partendo da un presupposto: “Non possiamo più presentarci con un’improvvisato cartello elettorale, basta agli ‘accrocchi’ di ceti politici per la sopravvivenza elettorale” e ai “partiti di natura pattizia”. Il nuovo soggetto si svilupperà invece avendo la Coalizione Sociale di Landini come suo “interlocutore”, spiega il coordinatore di Sel Nicola Fratoianni assicurando il ruolo attivo dei vendoliani nella campagna referendaria – contro Jobs Act e riforma della scuola in particolare – lanciata da Civati. Certo, dubbi e difficoltà in questo percorso non mancano, a partire da quello della leadership, sulla quale Vendola spala via ogni perplessità insostituibilità”, spiega, tentando di chiarire uno dei punti più dibattuti nell’assemblea, quella della collocazione della nuova sinistra rispetto a un Pd con il quale, fino a non molto tempo fa, Sel era alleato.

Ma, suggerisce Vendola, erano altri tempi. “Ho visto che aleggia il fantasma del centrosinistra, ma oggi il centrosinistra è stato ucciso dal Partito della nazione” nato con Matteo Renzi, affonda il leader di Sel, non chiudendo al compromesso ma rimarcando come oggi il premier “navighi a vista”, attuando “il programma degli avversari”. E allontanandosi da Renzi, Sel si allontana anche da quel Pse che, ad Atene, “ha compiuto definitivamente la sua parabola”. E che i rapporti con il Pd di Renzi siano ai minimi termini lo testimonia anche la polemica tra Andrea Marcucci e lo stesso Vendola. “Il Pd, con il governo Renzi, ha l’ambizione di cambiare l’Italia. Auguri a Vendola che si limita a cambiare nome un’altra volta”, twitta il senatore renziano. Piccata e immediata la replica di Vendola: “A Palazzo Chigi confezionano le battute, poi le galline pavloviane della propaganda renziana le ripetono come filastrocche..”