Un sacrificio da non dimenticare

Dai primi in Eritrea nel 1950, nell'ambito della missione Onu, sono 174 i caduti italiani nelle missioni militari di pace in tutto il mondo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Un lungo elenco di persone che hanno dato la vita mentre erano impegnate in azioni di pacificazione, per stabilizzare aree di crisi, o nella lotta al terrorismo internazionale. Nomi e volti non sempre noti ma che hanno pagato il tributo più alto e che meritano di non essere dimenticati. A loro è dedicata l'inziativa che prende il via oggi in provincia di Caserta. Presso l'eremo di San Vitaliano di Casola, infatti, c'è il Sacrario dedicato ai Caduti nelle missioni internazionali di pace dove ogni ultima domenica del mese si terrà il progetto pilota “Una vita per la Storia“. Nell’Eremo saranno presenti due famiglie dei Caduti, accompagnati dai sindaci dei comuni di provenienza, che racconteranno la loro storia e quella dei loro cari per farne conoscere il percorso umano. 

Don Valentino

“E’ un modo – ha dichiarato don Valentino Picazio, presidente dell’Eremo –  per non dimenticare coloro che si sono sacrificati mentre erano in servizio. Inizialmente saranno coinvolte le famiglie dei Caduti della provincia e della regione, poi man mano l’invito sarà esteso a tutti gli altri”.

Le origini del Sacrario

Il Sacrario della memoria fu fortemente voluto dal tenente colonnello Gianfranco Paglia, medaglia d'oro al valor militare, rimasto gravemente ferito (ha perso l'uso delle gambe) nella cosiddetta “battaglia del pastificio” a Mogadiscio, nell'ambito della missione Ibis in Somalia. Venne inaugurato nel 2016 alla presenza del ministro della Difesa Roberta Pinotti. E’ un luogo in cui si può conoscere attraverso una mappa interattiva la storia delle missioni e dei Caduti. Attualmente il Sacrario è aperto il sabato e la domenica, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30.

Un ricordo vivo

“Questo progetto – ha dichiarato Paglia, consigliere del ministro – rientra nel processo di divulgazione affinché il sacrificio di coloro che sono Caduti mentre stavano esercitando il proprio dovere non sia vano e i loro nomi non siano solo in un arido elenco. E’ compito nostro e delle amministrazioni ricordarli parlando di lealtà, onore, amor di Patria, valori che legano coloro che partono per le missioni il cui principale interesse è fare bene il proprio dovere. Ben vengano dunque tutte queste iniziative volte a far conoscere la storia e il patrimonio del territorio e mi auguro che le famiglie dei Caduti possano incontrare le scolaresche per parlare e coinvolgere direttamente i giovani”.

Peacekeeping

Le missioni di pace che vedono coinvolti i militari italiani sono 35 in 23 Paesi di tre continenti: Europa, Asia e Africa. Vedono impegnati circa 6.500 uomini e donne. Il Parlamento ha approvato lo stanziamento di 1505 milioni di euro per finanziarle (fino a settembre 2018), a fronte dei 1427 dello scorso anno. A fronte del ritiro progressivo degli uomini dall'Iraq e dall'Afghanistan, le più costose dello scorso anno, sono state approvate diverse nuove operazioni di peacekeeping. Le principali sono previste in Niger e in Tunisia, oltre ad un rafforzamento della presenza in Libia, con il chiaro obiettivo di contrastare il turpe traffico di esseri umani. Altre missioni minori autorizzate in Africa sono quelle nella Repubblica Centrafricana e nel Sahara occidentale.