Tria: “Mai pensato alle dimissioni”

In nessun altro Paese europeo c'è un governo che gode del sostegno dell'elettorato e del Parlamento solido come in Italia. La maggioranza ha un grande capitale politico, e quindi una grande responsabilità, che deve mettere al servizio della crescita”. Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, in un'intervista a Repubblica, nella quale smentisce le tensioni quotidiane: “Partecipando all'attività di governo non si vive quello che si legge sui giornali. Nessuno mai, in Consiglio dei ministri, è venuto a dirmi le cose che leggo”.

Ipotesi dimissioni

Tria ha poi smentito di aver valutato l'ipotesi dimissioni. “Mai pensate e mai minacciate – ha chiarito – il mio posto, fino a quando sono utile, è stare al governo”. Quanto alla Flat Tax ha spiegato che nel Def “si specificherà che si sta lavorando perché la legge di Bilancio accolga una continuazione della riforma fiscale nella direzione del programma di governo e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica fissati nello stesso Def che stiamo varando. Evidentemente si tratta di una manovra complessa che dovrà toccare sia il lato delle entrate sia il lato delle spese. Gli obiettivi di finanza pubblica fissati dal Def sono quelli entro cui si dovrà operare“.

Obiettivo crescita

Il lubrificante, ha sottolineato, “non può essere la spesa pubblica, se non, in una certa misura, per gli investimenti. E non servono nemmeno risorse finanziarie ingenti, ma – dice il ministro – si deve invece puntare a riforme, a rivedere norme che non funzionano, per far ripartire l'economia. Il dibattito sul codice degli appalti è un esempio: devono ripartire gli investimenti. Ovviamente si deve contrastare la corruzione, ma non bloccando tutto”.

Rimborsi

Ieri, intanto, è stata trovata la quadra sui rimborsi ai risparmiatori travolti nel crac delle banche degli anni scorsi. Le restituzioni viaggeranno su un doppio binario: chi ha un reddito medio-basso, ovvero il 90% dei truffati secondo i calcoli del Governo, potrà accedere ad un rimborso forfettario diretto, mentre nel restante 10% dei casi le richieste di ristoro dovranno passare al vaglio di un arbitrato semplificato. La proposta, che ha riscontrato il voto contrario di 2 delle 19 associazioni presenti, di fatto sancisce il via libera alla linea portata avanti dal ministro Tria per evitare di incappare in un rifiuto da parte della commissione Ue.