Tria: “Deficit giù dal 2019”

Aumento contenuto del deficit nel 2019 e, successivamente, una sua graduale riduzione. Lo ha assicurato il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, durante il suo intervento al centro studi di Confindustria. “Riteniamo di importanza fondamentale la riduzione del debito pubblico che a prescindere dalle regole europee va affrontata” ha detto. 

Il piano

“Per impostare la manovra – ha sottolineato – il governo parte da un tendenziale del 2% nel 2019, se aggiungiamo 0,2 punti per gli investimenti si arriva già al 2,2% e, pur con un deficit che ci allontana dall'obiettivo di saldo strutturale concordato con l'Europa, non mi pare che siamo in una situazione di finanze pubbliche allegre“.

Investimenti

Nei prossimi tre anni, poi, “intendiamo mettere in bilancio altri 15 miliardi addizionali a quelli già stanziati” per gli investimenti. “La scommessa – ha proseguito – sarà quella di utilizzare in modo efficiente queste risorse. Vuol dire che parte del deficit pubblico che verrà programmato sarà costituito da queste risorse per investimenti addizionali”. 

Reddito di cittadinanza

Il ricorso all'indebitamento servirà a finanziare alcune misure previste nel contratto di governo, fra queste il reddito di cittadinanza che, ha garantito, “verrà posto in essere fin dal prossimo anno, è un obiettivo del governo per assicurare un più fluido accompagnamento delle risorse di lavoro da un impiego all'altro”. Il Rdc avrà lo scopo di “garantire la necessaria mobilità del lavoro e un reddito per coloro che si trovano nelle complicate fasi di transizione determinate dai processi di innovazione tecnologica. Aggredendo al tempo stesso quelle sacche di povertà che non sono accettabili nel settimo Paese più industrializzato al mondo”. Su eventuali abusi vigilerà la Guardia di Finanza che ha un piano per intervenire nella “linea di divisione che ci può essere tra lavoro nero e poveri che chiedono il reddito cittadinanza. Chi giocherà su quello andrà su un terreno molto rischioso“. L'obiettivo del governo inoltre è di eliminare in 2 anni i “divari di crescita rispetto all'Europa” ha detto. 

Legge Fornero

Quanto alla legge Fornero “se da una parte garantisce la stabilità finanziaria di lungo periodo del sistema, dall'altra ha impedito alle imprese un fisiologico turnover delle risorse umane impiegate allo scopo di rinnovare le competenze necessarie all'innovazione. Data la rapidità con cui quelle competenze si rinnovano, è oggi necessario accelerare e non ritardare il turnover, anche per dare spazio alle nuove generazioni e interrompere il paradosso per il quale i giovani con competenze rimangono fuori dal mondo produttivo e le generazioni piu' anziane con competenze più obsolete non possono uscire dal mercato del lavoro”.