Trenta costituzionalisti fanno appello a Mattarella

Siamo fortemente preoccupati per le modalità di attuazione finora seguitre nelle intese sul regionalismo differenziato e per il rischio di marginalizzazione del ruolo del Parlamento, luogo di tutela degli interessi nazionali”. E' quanto hanno scritto in un appello al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e ai presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Elisabetta Casellati, trenta costituzionalisti, secondo i quali “le ulteriori forme di automomia non possono riguardare la mera volontà espressa in un accordo tra Governo e Regione interessata, avendo conseguenze sul piano della forma di Stato e dell'assetto complessivo del regionalismo italiano”. 

Chi ha firmato l'appello

L'appello è stato firmato, tra gli altri, da tre presidenti emeriti della Consulta: Francesco Amirante, Giuseppe Tesauro e Francesco Paolo Casavola. E' stato predisposto dal professore Andrea Patroni Griffi, ordinario dell'Università della Campania L. Vanvitelli.

Evitare un'attuazione disordinata del regionalismo

Secondo i costituzionalisti, infatti, “in assenza di una legge generale che stabilisca le condizioni del regionalismo differenziato e che eviti un'attuazione disordinata dello stesso, e in assenza di ogni dibattito preliminare, è importante sottolineare come lo stesso articolo 116 terzo comma presupponga un ruolo positivo del Parlamento nella definizione del regionalismo differenziato: i parlamentari, come rappresentanti della Nazione, devono essere infatti chiamati a intervenire, qualora lo riterranno, anche con emendamenti sostanziali che possano incidere sulle intese, in modo da ritrovare un nuovo accordo, prima della definitiva votazione sulla legge”. Inoltre, si spiega ancora nel documento, “l'approvazione parlamentare di cui all'articolo 116 comma 3 nulla ha a che vedere con l'articolo 8 della Costituzione sui culti acattolici; né ha alcun senso ricondurre questo procedimento alla legge di ratifica di trattati internazionali. Anche nell'approvazione dei primi Statuti del 1972 il Parlamento svolse un ruolo incisivo. La fisionomia delle regioni, infatti, riflette quella dell'intero Paese e non riguarda solo i singoli governi regionali“. In tale quadro, sottolineano i costituzionalisti, “l'approvazione parlamentare non può essere meramente formale; la previsione della legge nell'articolo 116, comma 3 della Costituzione è posta a garanzia che l'autonomia negoziata dalle regioni richiedenti si inserisca armonicamente nell'ordinamento complessivo della Repubblica. Il ruolo del Parlamento, nell'articolo 116, è finalizzato a tutelare le istanze unitarie a fronte di richieste autonomistiche avanzate dalle Regioni che possono andare proprio in danno a tali istanze unitarie”. Per questo, i 30 costituzionalisti firmatari fanno “appello al presidente della Repubblica, ai presidenti e componenti delle Camere affinché garantiscano il ruolo del Parlamento anche rispetto alle esigenze sottese a uno sviluppo equilibrato e solidale del regionalismo italiano, a garanzia dell'unità del Paese“.