Torna l'Educazione civica: i pro e i contro secondo il segretario Cisl Scuola

Ben venga questo ritorno spinto da un movimento partito dal basso”. Il segretario generale Cisl Scuola, Maddalena Gissi, saluta così l’approvazione della legge che reintroduce l’insegnamento di educazione civica dal prossimo primo settembre e le novità come i temi ambientali e digitali. Ma espone anche i suoi dubbi sulla scarsa centralità della materia – il cui valore supera le quattro pareti scolastiche – e sulle poche risorse stanziate. E avvisa: “Il rischio è che ci siamo appuntati addosso la medaglietta e basta”.

 

Dott.ssa Gissi, in che senso ci saremmo solo “appuntati la medaglietta”?
“Non basta leggere gli articoli della Costituzione che ci ha regalato tempo fa il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella o elencare le istituzioni europee e pensare che l’impegno sia finito lì”.

Dall’anno scolastico 2019/2020 l’Educazione civica torna sui banchi di scuola. Da quanto tempo mancava? 
“Diversi anni, dal 2010/2011. Con lungimiranza l’aveva introdotta nel 1958 l’allora ministro dell’Istruzione Aldo Moro, ai tempi della nascita della scuola media nel 1958. Venne praticamente soppressa quando l’hanno fatta diventare una materia trasversale inserita tra le materia di opportunità formativa e, perdendo centralità, ha perso il suo valore strutturale. Non è stata più quella che era prima: una disciplina insegnante con monte ore determinato e con la possibilità di fare verifiche e mettere i voti”.

A cosa serve studiare Educazione civica? Perché rimetterla proprio adesso?
“Forse servirebbe quasi di più riportare l’Educazione civica proprio nei rapporti e nelle relazioni umane, tra le famiglie. Educazione civica significa rispetto per l’altro, rispetto dei diritti e dei doveri, pensare al futuro”.

Quali sono i punti forti e quelli deboli della nuova legge?
“Certamente è un bella cosa che l’abbiano reintrodotta – ricordo le grandi battaglie dell’ex presidente del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, il professore e pedagogista Luciano Corradini – ma torna essendo una disciplina trasversale. Vero, va inserita nel piano dell’offerta formativa ma non diventa disciplina con piena titolarità e classe di concorso: non sarà più una materia specifica con verifiche e colloqui genitori-insegnanti. Volendo sfruttare comunque la trasversalità, allora visto che si toccano anche temi ambientali sarebbe giusto che ad occuparsene sia l’insegnante di scienze. Ma così manca un percorso e spetta al solo coordinatore mettere nero su bianco il progetto, finanziato peraltro solo con i fondi già predisposti per la scuola”.

Nella legge si parla di iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile fin dalla scuola d’infanzia. Quali sarebbero?
“Dalla scuola infanzia bisogna far partire il modello civico, è importante educare i bambini al linguaggio non ostile, l’offesa, il disprezzo e il bullismo verbale sono comportamenti da stigmatizzare. Ma chi sceglie d’insegnare dovrebbe essere incentivato a farlo, se invece è un’attività aggiuntiva e una libera scelta sostenuta solo coi risparmi di spesa… I finanziamenti per le attività aggiuntive sono ridotti all’osso e così si riduce anche la volontarietà”.

Il numero di ore annue, almeno 33, a quante ore di lezione a settimana corrisponde? Come faranno i presidi a inserirle nel monte ore obbligatorio?
“Le programmano le singole scuole perché c’è autonomia scolastica e questo verrà si definirà col progetto formativo. Probabilmente lo aggiungeranno in base ai programmi, in compresenza: a ciascuna materia un tema di Educazione civica come appunto scienze e ambiente”.

L’eventuale fondo di 4 milioni di euro per  la formazione sarà sufficiente per formare nuove insegnanti? Quanti si conta di formarne?
“Questo dipende dal numero di ore da programmare nell’offerta, ovvero quelle che riusciranno a contrattare all’interno del monte ore tra tutti. Per dare comunque un numero, il valore lordo di un’ora di formazione di un insegnante è intorno ai 24 euro”.

Riportare nelle aule la Costituzione e le istituzioni nazionali e dell’Unione europea è un modo per contrastare una certa narrazione ‘sovranista’?
Faccio una considerazione diversa: è giusto riportare in classe i temi europei perché l’Unione europea è unica opportunità per essere considerati alle pari dalle altre grandi potenze. E la 'generazione Erasmus' deve difendere le conquiste dei propri genitori, per cui dobbiamo riflettere sul perché ci sono istituzioni che cercano equilibri in ambiti politici economici e della vita quotidiana e dobbiamo fargli maturare una visione del futuro. Una visione che agli Stati ‘sovranisti’ manca perché tutti concentrati sul proprio particolare.

I nuovi temi: ambiente con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, la cittadinanza digitale e rispetto degli animali…
“Già partire dall’enciclica di papa Francesco Laduto si del 2015 avremmo dovuto porci il problema di rivedere il nostro approccio verso l’ambiente. Dobbiamo ripristinare alle radici il rispetto per la natura e insegnarlo ai nostri ragazzi. Noi della Cisl Scuola per fare un’opera di sensibilizzazione donerà un’agenda dedicata al “Cantico della creature” ai nostri 70mila iscritti per sensibilizzare. E il 5 settembre faremo nostra giornata Rsu totalmente plastic free.  Sul digitale bisogna educare e prevenire per evitare la dipendenza dell’uso di Internet tra i giovani e gli adolescenti e trovo giusto anche il rispetto degli animali”.