Toninelli: “Trasparenza dopo 20 anni di segreti”

Danilo Toninelli, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha riferito oggi sul crollo del Ponte Morandi davanti alle commissioni riunite Ambiente di Camera e Senato. In audizione nella sala del Mappamondo,apertasi con un minuto di silenzio in segno di cordoglio, l'esponente del M5S ha esordito: “Il mio primo pensiero va alle vittime, alle famiglie che soffrono, agli eroi che sono ancora a lavoro per far fronte all'assurdo disastro”. “E' inaccettabile – ha detto il ministro – una tragedia come questa che poteva e doveva essere evitata“. L'obiettivo prioritario, ha detto Toninelli,è quello di “restituire a Genova la normalità e individuare le responsabilità”. “Il crollo di Genova – ha aggiunto il ministro – non è dovuto a casualità ma un evento che conferma ciò che sosteniamo: la prima vera grande opera di cui ha bisogno Paese è un piano di manutenzione ordinaria e ordinaria delle nostre infrastrutture“. 

Ribaltare il sistema

Sulla convenzione con i privati, firmata nel 1997, Toninelli ha ricostruito: “L'anno delle grandi privatizzazioni è il 1999, quando i giornali parlavano di volata in solitaria di Benetton per prendersi autostrade. Il grande banchetto poteva avere inizio”. Il ministro ha rilevato che sono “due i gruppi che la fanno da padrone: Atlantia e Gruppo Gavio. Stiamo parlando di una montagna di extraprofitti che a causa di leggi sbagliate, vanno a vantaggio dei privati. Allo Stato sono tornati appena 441 milioni di euro. Per la manutenzione hanno speso solo il 7%”. A parere del ministro, “esistono altri modelli in Europa come Germania, Olanda e Belgio dove le autostrade sono parzialmente gratuite”, “Persino in Gran Bretagna – ha aggiunto Toninelli – Paese più liberista del nostro, le autostrade sono gestite dallo Stato. I ricavi autostradali affluiscono ad un fondo pubblico e sono reimpiegati per la manutenzione. In Spagna solo un quinto è affidata ai privati”. “In Italia – ha continuato il ministro – si è deciso di privatizzare senza fare concorrenza“. Toninelli ha espresso quelli che sono gli obiettivi del suo governo: “Bisogna ribaltare il sistema, a partire da trasparenza vera. Dopo 20 anni di segreti e di omissioni, Autostrade per l'Italia ha deciso di fare trasparenza facendolo apparire come un atto volontario ma la stessa società ci aveva inizialmente minacciato di non procedere alla pubblicazione. La trasparenza è il primo passo ma non ci fermeremo qui”.

Scontro Di Maio-Toti

Nel frattempo monta la polemica su chi si occuperà delle operazioni di demolizione. Un punto sul quale il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, non ha dubbi: “Toti vuol far ricostruire il ponte Morandi ad Autostrade? Lo dica alle famiglie delle vittime. A rifare il ponte dovrà essere un'azienda di Stato”, dice in un tweet. Un riferimento a quelle che, poco prima, erano state le parole dello stesso governatore della Liguria, pronunciate a SkyTg24: “E' società Autostrade il nostro primo interlocutore – ha detto -, visto che al momento è ancora a tutti gli effetti il concessionario di quel tratto autostradale, esattamente come gli italiani pagano il pedaggio sulle migliaia di chilometri di rete in suo possesso. Pertanto Autostrade demolisca, ricostruisca e faccia anche la Gronda”. E ancora: “Il governo ha la legittimità ed il dovere di accertare quanto è accaduto e di valutare come proseguire in futuro. Può parlare di nazionalizzazioni anche se io non sono d'accordo, può parlare di revoca della concessione ad Autostrade, e vedranno le autorità competenti se vi sono i requisiti. Ma io chiedo a tutti di sbrigarsi perché Genova ha bisogno di un ponte”. Per Di Maio la soluzione è una: la nazionalizzazione delle concessioni e affidamento dei lavori a Fincantieri: “Non si onora la memoria delle vittime ritardando la ricostruzione del ponte – ha detto ancora Toti -. Dal Governo mi aspetto fatti, non parole, men che meno polemiche. C'è chi parla troppo, fa poco, e mistifica la realtà. Il ministro Luigi Di Maio sa bene che al di là delle chiacchiere quel ponte è ancora oggi nella concessione di Autostrade. Quindi è Autostrade che deve pagare la ricostruzione e presentare un piano lavori. Che poi lo possa fare Fincantieri o un'altra azienda di Stato, già abbiamo detto di essere tutti d'accordo. Quindi: Autostrade dia l'incarico di costruire il ponte ad un'azienda pubblica”.