Stop dell'Ue: “Nuovo testo in 3 settimane”

Come da previsioni il collegio dei commissari dell'Unione europea ha rigettato il documento programmatico di bilancio presentato dall'Italia, chiedendo a Roma di presentarne una nuova versione il più presto possibile e al più tardi entro tre settimane. “Chiediamo di sottomettere di nuovo il documento programmatico di bilancio. E' la prima volta che lo facciamo. E' una mossa senza precedenti“, ha detto una fonte europea citata dall'Agi

Reazioni

“Non cambia nulla, i signori della speculazione si rassegnino. Indietro non si torna” ha commentato Matteo Salvini. “Non stanno attaccando un governo ma un popolo – ha detto poco dopo a margine della sua vita a Bucarest – Sono cose che fanno irritare ancora di più gli italiani e poi qualcuno si lamenta che l'Unione europea è al minimo della popolarità”. L'altro vicepremier, Luigi Di Maio, non si dice sorpreso che la manovra non piaccia all'Ue. “E' la prima che viene scritta a Roma e non a Bruxelles” ha commentato su Facebook. 

Mercati agitati

Il primo contraccolpo della bocciatura arriva dal mercato. L'indice Ftse Mib è scivolato a -1,14%. Male le banche: Bper Banca (-3,79%), Banca Generali (-3,35%), Unicredit (-0,88%) e Intesa Sanpaolo (-0,34%). Maglia nera del paniere è Stm (-5,25%), in profondo rosso anche Saipem (3,99%), Moncler (-3,64%), Cnh Industrial (-3,50%). In positivo Luxottica (+2,66%) e Mediaset (2,10%). Lo spread, invece, è salito a 310 punti, mentre il redimento decennale dei Btp e al 3,54%. 

Le spiegazioni

“E' con molto dispiacere che sono qui oggi, per la prima volta la Commissione è costretta a richiedere ad uno Stato di rivedere il suo Documento programmatico di bilancio. Ma non vediamo alternative. Sfortunatamente i chiarimenti ricevuti ieri non erano convincenti” ha detto il vicepresidente della Commissione, Vladis Dombrovskis, nella conferenza successiva alla riunione dei commissari. “L'Europa è costruita sulla cooperazione, l'eurozona è costruita su stretti legami di fiducia con regole che sono le stesse per tutti – ha aggiunto – quindi se la fiducia viene erosa, tutti gli stati membri vengono danneggiati, la nostra Unione viene danneggiata”. Per questo, ha avvertito, “se una politica fiscale più accomodante colpisce la fiducia, può avere in realtà l'effetto opposto alla crescita”. Secondo il commissario agli Affari Economici, Pierre Moscovici, “non siamo di fronte a un caso borderline. Siamo di fronte a una deviazione che è chiara, netta e da alcuni rivendicata. Non si tratta di una divergenza minima come negli anni passati, qui lo scostamento è netto“. L'Ue, ha aggiunto, non vuole chiudere la porta all'Italia  “ma vogliamo portare avanti un dialogo costruttivo. Questa non è la fine del dialogo ma una nuova fase del dialogo“. Moscovici ha aggiunto che il ministro dell'Economia, Giovanni Tria “rimane un interlocutore credibile, spero si possa convincere lui e il governo al rispetto degli impegni che tutti i Paesi della zona euro hanno preso”. Il commissario ha ribadito che “ridurre il debito pubblico italiano è nell'interesse del popolo italiano”.