Spuntano 10 nomi. Di Maio: “Chi sbaglia è fuori”

Luigi Di Maio, candidato premier del Movimento 5 stelle, ne è sicuro: “Rimborsopoli sarà un boomerang per tutti i partiti che ci stanno attaccando”. Una dichiarazione che arriva in contemporanea all'emersione dei primi dieci nomi legati ai mancati rimborsi degli stipendi da parlamentare, promessi agli elettori. Per il leader politico dei pentastellati, però, il polverone sollevato attorno alla questione, a cominciare dall'inchiesta de “Le Iene”, non sarà nocivo nei confronti del M5s per la prossima tornata elettorale, “perché ora per i cittadini è chiaro che noi abbiamo restituito 23 milioni di euro mentre gli altri si sono intascati fino all'ultimo centesimo. Il tempo di concludere le verifiche e per chi ha fatto il furbo non ci sarà più posto nel Movimento. Per noi le regole sono sacre e questa è una garanzia per gli italiani”. E ne è convinto pure Beppe Grillo: “Ora tutti, anche il panettiere qui all'angolo, sanno che i nostri si tagliano gli stipendi e restituiscono soldi che gli altri si tengono in tasca”

Di Maio: “Rinunciato a oltre 370 mila euro”

Di Maio, mentre venivano diffusi man mano i nomi dei 10 che “hanno tradito” gli ideali del Movimento, ha incontrato la Iena Filippo Roma, fra gli autori dell'inchiesta e, “come promesso abbiamo verificato tutti i bonifici che ho effettuato”. Bonifici “al fondo del microcredito per un totale di oltre 150 mila euro, certificato dal direttore della banca. Ho anche rinunciato alle indennità aggiuntive da vicepresidente della Camera. In tutto ho restituito o rinunciato in 5 anni di legislatura a più di 370 mila euro”. Mentre sul blog comparivano i primi 5 nomi di coloro che hanno commesso irregolarità nelle restituzioni (Andrea Cecconi, Carlo Martelli, Maurizio Buccarella, Ivan Della Valle, Emanuele Cozzolino), veniva precisato che “a ognuno di questi è stato chiesto di provvedere immediatamente a versare quanto dovuto”.

Il caso Lezzi e l'addio di Borrelli

Leggermente diverso il caso di Barbara Lezzi, il cui nome era comparso nella seconda cinquina di presunti falsificatori diffusa da “Le Iene” (nella quale comparivano anche Silvia Benedetti, Massimiliano Bernini, Elisa Bulgarelli e Giuliana Sarti): “Nel suo caso non c'è stato dolo”, ha detto Di Maio. A spiegare la situazione è stata lei stessa, attraverso un post su Facebook: “Dalle verifiche che ho svolto in banca, risulta un unico bonifico non andato a buon fine. In quei giorni del gennaio 2014 ho effettuato diversi versamenti di cui ho le ricevute, tutti allo sportello, (anche successivamente non sono stati mai eseguiti on line) e l’unica cosa che mi riconosco è la negligenza del non avere seguito l’esito delle operazioni. Esito che per un bonifico è negativo presumibilmente per carenza di fondi”. Intanto, mentre inizia la conta di chi potrebbe essere escluso dal Movimento, c'è anche chi ha lasciato pur non essendo coinvolto nel caso rimborsi: si tratta di David Borrelli, socio di 'Rousseau', europarlamentare e nome di spicco dei pentastellati, passato al Gruppo misto per “motivi di salute”. Un addio altisonante, sul quale il dem Bonifazi ironizza: “Non sapevo che lì ci fossero più dottori”.