Si arrende anche l'ultima ong

La Open Arms ha annunciato il suo ritiro dalle acque libiche. Quella spagnola era l'ultima ong ancora presente a largo della Libia ed impegnata nel soccorso dei barconi. Le attività si sposteranno in Spagna, nelle acque dello Stretto di Gibilterra e del mare di Alboran come comunicato su Twitter. Il personale della ong collaborerà con la Guardia costiera spagnola. 

Le motivazioni

Open Arms ha voluto anche motivare il perchè di questa decisione: in primis, quella che viene definita nel tweet la “criminalizzazione delle ong” impegnate a largo della Libia. “Le intense campagne di criminalizzazione delle ong nel Mediterraneo centrale – scrive il portavoce della ong – e l'avvio di politiche disumane hanno provocato non solo la chiusura dei porti di Italia e Malta, ma la paralisi di numerose organizzazioni umanitarie di salvataggio, come pure l'aumento del flusso migratorio verso il Sud della Spagna“. In realtà, dietro la decisione non c'è solo il malumore per la politica muscolare del nuovo governo italiano, ma anche l'aumento degli sbarchi nella penisola iberica. Lo stesso fondatore di Open Arms, lo spagnolo Oscar Camps, aveva dichiarato: “Quando la pressione migratoria era a Lesbo siamo andati in Grecia, quando è stata nel Mediterraneo centrale abbiamo offerto aiuto all'Italia, ora ci mettiamo al servizio della guardia costiera spagnola”.

Il braccio di ferro

La Open Arms era stata protagonista all'inizio di questo mese di una discussione dai toni forti con il ministro dell'Interno italiano, Matteo Salvini. Il titolare del Viminale aveva scritto sul suo profilo Facebook: “La nave spagnola Open Arms ha raccolto a bordo 90 immigrati nelle acque libiche. Visto che venti giorni fa aveva dichiarato che 'i porti italiani non sono sicuri' perché c'è Salvini, sono certo che porteranno questi immigrati ovunque, tranne che in Italia. Buon viaggio!“. A questo post aveva replicato duramente Oscar Camps definendo Salvini “il buffone dell’estrema destra italiana, perchè utilizza un discorso molto fazioso e populista, al fine di rendere forte il suo partito”. Si presume, quindi, che il ritiro della ong dal Mediterraneo non possa che fare piacere al ministro dell'Interno del governo Conte.