Sea Watch, l’ira di Salvini: “Barriere fisiche? Non le escludo”

La Sea Watch 3, con a bordo 42 migranti e in mare da 14 giorni, forza il blocco navale ed entra nelle acque territoriali italiane. Lo ha comunicato il comandante dell'imbarcazione della ONG tedesca Carola Rackete attraverso un tweet. “Ho deciso di entrare in porto a Lampedusa. So cosa rischio ma i 42 naufraghi a bordo sono allo stremo. Li porto in salvo”, così la Rackete su Twitter. Navi della Guardia di finanza e della Guardia Costiera sono andate incontro all'imbarcazione battente bandiera olandese per intimare l'alt, adesso i finanzieri sono saliti a bordo. L'attracco di Sea Watch 3 sull'isola è previsto in serata, dopo le 20. Sul molo si sono già schierati i carabinieri. 

Le dichiarazioni governative

Immediato il commento del vicepremier leghista Matteo Salvini che in diretta Facebook dichiara: “L'immigrazione non può essere gestita da navi fuorilegge: siamo pronti a bloccare qulunque tipo di illegalità. Chi sbaglia, paga”. “Da cittadino italiano – prosegue Slavini – mi chiedo se qualcuno sarà arrestato, perchè è come se si fosse forzato un posto di blocco”. Poi l'attacco all'Europa: “Se continuerà a dimostrare disinteresse e abbandono verso l'Italia non vorrei dover ricorrere a non identificare più nessun immigrato che arriva, non inserendo i dettagli anagrafici nella banca dati europea, in modo tale che chiunque sia libero di andare dove vuole”. E aggiunge: “Si è riaperta la rotta balcanica, a luglio partiranno i pattugliamenti misti con gli sloveni, ma se il flusso di migranti non dovesse arrestarsi, a mali estremi estremi rimedi: non escludiamo la costruzione di barriere fisiche alla frontiera come fatto da altri Paesi europei”. Il riferimento, per nulla velato, è all'Ungheria di Viktor Orban. Sulla delicata questione Sea Watch 3 è intervenuto anche il vicepremier del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio: “L'Europa – afferma il leader 5S – deve svegliarsi: deve aprire gli occhi, fare un tavolo e rivedere Dublino perché non è possibile che tutti i migranti continuino a sbarcare in Italia. Non abbiamo bombardato noi la Libia”.

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Azione all'indomani della decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo

Due giorni fa i migranti avevano presentato ricorso all'organo di giustizia con sede Strasburgo, chiedendo di poter sbarcare. I giudici hanno negato l'assenso. Sulla decisione si è pronunciato il ministro dell'Interno Matteo Salvini: “Anche la Corte europea di Strasburgo conferma la scelta di ordine, buon senso, legalità e giustizia dell'Italia: porti chiusi ai trafficanti di esseri umani e ai loro complici, meno partenze, meno sbarchi, meno morti, meno sprechi. Indietro non si torna”. Occorre precisare che la Cedu, pur avendo negato lo sbarco ai 42 migranti, ha però “indicato al governo italiano che conta sulle autorità del Paese affiché continuino a fornire tutta l'assistenza necessaria alle persone in situazione di vulnerabilità a causa dell'età o dello stato di salute che si trovano a bordo della nave”. 

Le conseguenze di questo gesto

“Se il nostro capitano Carola porta i migranti salvati dalla Sea Watch 3 in un porto sicuro, come previsto dalla legge del mare, affronta pene severe in Italia”, scrive in un tweet la ong tedesca invitando a donare al fondo per l'assistenza legale di Sea Watch per “aiutare Carola a difendere i diritti umani “. Ad inquadrare gli effetti del gesto della Rackete sarà il decreto Sicurezza bis. Che all'articolo 2 prevede una sanzione che va da un minimo di diecimila euro a un massimo di cinquantamila euro per il comandante, l’armatore e il proprietario della nave “in caso di violazione del divieto di ingresso, transito o sosta in acque territoriali italiane”. Come misura aggiuntiva è stata inserita anche il sequestro della nave. Lo sconfinamento nelle acque territoriali e il tentato ingresso non sono del tutto inaspettate, anzi. La ONG aveva lanciato un appello economico per affrontare le eventuali spese legali in Italia. 

Le reazioni politiche

All'attacco il Partito democratico: il segretario Nicola Zingaretti chiede un incontro con il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte. Tema: “Immigrazione e della gestione dei flussi”. Poi il numero uno del Pd prosegue: “Gentile Presidente del Consiglio, le scrivo in queste ore drammatiche sulla vicenda che riguarda i 42 naufraghi da 14 giorni a bordo della nave Sea Watch. Stiamo assistendo ad un dibattito surreale e indegno per un Paese civile. Paese il cui Governo, le ricordo, non e' stato rappresentato dal Ministro dell'Interno Salvini in sei vertici su sette che si sono svolti con i rispettivi ministri degli Stati europei, sede autorevole per porre il tema di una politica comune sui migranti a livello Ue”. Parere opposto tra i deputati di Forza Italia che si esprime attraverso la sua deputata Debora Bergamini: “La sovranita' territoriale italiana non e' a disposizione di alcuna ong ma solo della Repubblica. Chi prova a violare i confini di uno Stato senza esserne autorizzato dovra' pagare in termini civili e penali della sua violazione”. Ancora più netta Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia: “Mi aspetto che il governo italiano faccia rispettare quelle regole che le ong pensano di poter violare e a norma di diritto internazionale questo significa che la Sea Watch una nave che deve essere sequestrata, che l'equipaggio deve essere arrestato, che gli immigrati che sono a bordo devono essere fatti sbarcare e rimpatriati immediatamente e che la nave deve essere affondata, come accade con le navi che non rispettano il diritto internazionale”. Infine Igor Boni dei Radicali che annuncia: “Di fronte alla violenza del regime italiano, all'inerzia degli altri Governi europei, occorre dare forza e corpo alla nonviolenza. Ecco perché continuerò il mio sciopero della fame a oltranza fino a quando l'ultimo dei naufraghi scenderà a terra”. Sull'isola, come gesto di solidarietà nei confronti delle 42 persone a bordo della Sea Watch 3, sono arrivati alcuni parlamentari di Pd, Più Europa e Leu: tra loro Graziano Delrio, Matteo Orfini, Fausto Raciti e Nicola Fratoianni. 

Il comunicato dell'Azione Cattolica

“L'Azione Cattolica Italiana rivolge un appello al Presidente del Consiglio Conte affinché si consenta lo sbarco immediato delle 42 persone a bordo della Sea Watch. Chiediamo alle istituzioni il coraggio di rinunciare a una inutile prova di forza, dimostrando un sussulto di umanità che renderebbe orgogliosi gli italiani”, si legge nel comunicato della Presidenza nazionale dell'Azione Cattolica. 

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