Sea Watch, aperta inchiesta per associazione a delinquere

Ultimato lo sbarco dei 47 migranti dopo giorni di stallo, il caso della Sea Watch 3 continua a rimanere d'attualità. Di questa mattina è la notizia che la Procura di Catania avrebbe aperto un'inchiesta ipotizzando il reato di associazione a delinquere finalizzata all’agevolazione dell’immigrazione clandestina. Al momento, l'iscrizione del procedimento penale sarebbe contro ignoti. 

Dopo lo sbarco

Dopo la fine delle operazioni di sbarco, la nave della Ong internazionale è ancora nelle acque del porto di Catania. La Guardia Costiera, infatti, salita a bordo dopo la discesa dei 47 migranti, avrebbe riscontrato “una serie di non conformità” relative alla “sicurezza della navigazione” e al “rispetto della normativa in materia di tutela dell'ambiente marino”. L'imbarcazione, sottoposta a fermo amministrativo come annunciato dal Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, rimarrà nel porto della città entea “fino a quando non verranno risolti i problemi sollevati”, si fa sapere dalla Guardia Costiera. 

L'indagine

L'indagine si pone l'obiettivo di “individuare da una parte i trafficanti libici che hanno organizzato la partenza dei migranti dalla costa libica, dall'altra gli scafisti che hanno condotto il gommone poi soccorso dalla Sea Watch 3″. I magistrati della Procura catanese intendono “accertare infine la liceità della condotta tenuta dai responsabili” della nave della Ong. Tuttavoa, si precisa che finora “dalle risultanze investigative non è emerso alcun rilievo penale nella condotta tenuta dai responsabili Sea Watch“. Si punta però ad approfondire quelli che vengono definiti “alcuni aspetti critici” ovvero “la scelta della motonave di non dirigersi verso le coste tunisine, come fatto da alcuni pescherecci che in condizioni di mare critiche si erano rifugiati presso quelle coste” e le “dichiarazioni rese dal comandante della motonave e dal coordinatore del team della stessa Sea Watch che si occupa della ricerca e dei recuperi in mare, circa il non funzionamento del motore e la mancanza di una persona che fosse alla guida del gommone”.