Salvini: “Aveva chiesto di uscire dal sistema di protezione”

Si cercano ancora i killer di Marcello Bruzzese, il 51enne di origine calabrese ucciso a Pesaro il giorno di Natale. Il vertice svolto in mattinata in Prefettura è stato partecipato anche dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini che, al suo arrivo nelle Marche, aveva fatto sapere che i dati della criminalità nella regione sono “in diminuzione” ma che il governo presterà ancora più attenzione alla lotta contro il crimine. Riferendosi all'uomo assassinato, fratello di un pentito di 'ndrangheta, il vicepremier ha spiegato che “questo signore, a cui ovviamente va un pensiero, una preghiera, aveva chiesto già da più di due anni e mezzo di uscire dal sistema di protezione, vediamo che cosa non ha funzionato”. La pista di una ritorsione resta quella privilegiata da parte degli inquirenti: Bruzzese, già nel 1995, era sfuggito a un agguato, nel quale trovarono la morte suo padre e suo cognato. Gli investigatori, inoltre, ritengono probabile che l'ordine di ucciderlo sia partito direttamente dalla Calabria.

“Migliorare la sicurezza”

Prima di entrare in Prefettura, Salvini ha spiegato di essere arrivato a Pesaro per “testimoniare che le Marche e i marchigiani sono più forti di qualsiasi infiltrazione criminale. Stiamo attenti, staremo attenti, stiamo sequestrando e confiscando beni ai mafiosi, però sono orgoglioso dei lavoro che le forze dell'ordine stanno facendo in questa splendida regione che non merita di essere accostata a certi fenomeni”, precisando che l'obiettivo è quello di “migliorare un sistema di sicurezza che è assolutamente eccellente, fortunatamente ci sono tutti i dati della criminalità in diminuzione, grazie all'enorme lavoro di tutte le Forze dell'ordine, polizia, guardia di finanza carabinieri”.

Gli scontri di Milano

Un commento, il ministro dell'Interno lo ha riservato anche sul caso dell'ultrà investito da un van di tifosi del Napoli al termine di una rissa provocata da un gruppo di supporter nerazzurri, vicenda su cui sta lavorando la Questura di Milano: “Lasciatemi aggiungere che non si può morire per andare a vedere una partita di calcio, convocherò per l'inizio dell'anno i rappresentanti di tutti i tifosi e delle squadre di calcio delle serie A e B, perché il calcio torni ad essere un momento di divertimento e non di violenza. Faremo quelli che altri non sono riusciti a fare”.