Salta la Conferenza nazionale sulla famiglia

L’allarme l’aveva lanciato pochi giorni fa il presidente del Forum delle famiglie, Gigi De Palo, con una lettera pubblicata da “Avvenire”: dopo le dimissioni del ministro Costa, la Conferenza nazionale della Famiglia è a rischio. E ora arriva puntuale la conferma del disinteresse del Governo che ne ha annunciato il rinvio “sine die”.

Lo comunica il deputato Gian Luigi Gigli, capogruppo di “Democrazia Solidale-Centro Democratico” in I Commissione Affari Costituzionali, dopo aver appreso la risposta del Governo al “question time” da lui proposto: “Esprimiamo profondo rammarico per il rinvio a data da destinarsi della Conferenza Nazionale della Famiglia che l’associazionismo familiare attende da quasi otto anni. Con tale decisione e malgrado ogni rassicurazione, il Presidente del Consiglio, che ha ripreso le deleghe dopo le dimissioni del Ministro Costa, dimostra scarsa considerazione per l’urgenza di interventi pluriennali coordinati nelle politiche familiari e per l’introduzione di misure di equità fiscale attraverso il Fattore Famiglia”. “Senza di essi – ha continuato Gigli – il Governo non riuscirà a fare della famiglia un volano della ripresa economica e l’Italia non potrà incominciare a riprendersi dall’inverno demografico che sta mettendo a rischio previdenza, sanità e welfare. Non bastano a questo scopo bonus, interventi spot e misure assistenziali per il contrasto alla povertà”.

Nella sua lettera, De Palo si era rivolto al premier Gentiloni ricordando che “sono stati – e sono tuttora – anni difficili per le famiglie italiane. L’inverno demografico era prevedibile ieri, è un dato di fatto oggi. Si poteva immaginare una terapia. E invece nulla, col risultato che oggi mettere al mondo un figlio in Italia – i recenti dati Istat parlano chiaro – è una delle prime cause di povertà”. Il presidente del Forum chiedeva “non solo di confermare la convocazione prevista per il 28 e 29 settembre a Roma, ma di viverla come la grande occasione per rilanciare i temi della famiglia nel nostro Paese. Questo è il momento, non possiamo più aspettare. Senza un Ministro della famiglia è importante che il Primo Ministro viva da protagonista questo importante evento, anche in vista dell’ultima Legge di stabilità nella quale – è stato più volte promesso – ci auspichiamo di trovare un impegno serio per una riforma fiscale che metta al centro la famiglia”.

Speranze che evidentemente sono destinate ad essere ancora una volta deluse, con una miopia suicida che dimostra l’indifferenza della classe dirigente verso la famiglia. Un atteggiamento ben diverso rispetto a quello tenuto in occasione dell’approvazione dell’inutile legge sulle unioni civili.