Salma di Riina tumulata. Nessun funerale

Finisce a Corleone la storia terrena di Totò Riina, capo dei capi di Cosa Nostra. Ma senza funerale. Il boss è stato tumulato nel cimitero del paese dove nacque ottantasette anni fa. Presenti i parenti, la moglie vestita a lutto e tre dei quattro figli (il primogenito, Giovanni, è detenuto). Il sacerdote, parroco della chiesa di Maria Santissima delle Grazie di Corleone, ha benedetto la salma. Il carro funebre è partito ieri da Parma ed è stato fatto entrare dall'ingresso laterale del campo santo per evitare fotografi e giornalisti.

Con il suo arrivo, il cimitero di Corleone accoglie un altro esponente del gotha mafioso: nel cimitero ci sono Luciano Liggio, Michele Navarra e le ceneri di Bernardo Provenzano.”Un funerale pubblico non è pensabile. Ricordo la scomunica del Papa ai mafiosi, la condanna della Chiesa italiana che su questo fenomeno ha una posizione inequivocabile. La Chiesa non si sostituisce al giudizio di Dio ma non possiamo confondere le coscienze”. A dirlo all'indomani della morte del boss il portavoce della Cei, don Ivan Maffeis.

Arrestato il 15 gennaio del 1993, dopo ventiquattro anni di latitanza, Riina era arrivato nel carcere di Parma nel febbraio 2015, proveniente dal penitenziario Opera di Milano. Il 13 dicembre 2015 arrivò anche il suo primo ricovero nel reparto detenuti, dove ha continuato a scontare in regime di 41 bis, il carcere duro per i mafiosi. Sempre da Parma erano partite le ultime istanze per il differimento della pena, tutte respinte dai giudici. La sua salute ha iniziato ad aggravarsi ad inizio novembre, una decina di giorni prima della sua morte.