Rosatellum, la Corte costituzionale boccia i ricorsi

Si è conclusa con un nulla di fatto la campagna dei ricorsi presentati contro l'Italicum e il Rosatellum bis: la Corte costituzionale ha infatti dichiarato inammissibili i conflitti di attribuzione tra poteri dello Stato sollevati su entrambe le leggi elettorali. Una decisione presa in quanto tre dei quattro ricorsi presentati non individuano “in modo chiaro e univoco né la qualità in cui i ricorrenti si rivolgono alla Corte né le competenze eventualmente lese né l’atto impugnato”. Questo perché i ricorrenti hann qualificato se stessi come elettori, soggetti politici, parlamentari e rappresentanti di un gruppo parlamentare (M5S): ragione che ha indotto la Corte a bocciare i ricorsi in quanto “tali gravi carenze degli atti introduttivi” non creano le condizioni per “deliberare sul merito delle questioni”.

I punti del ricorso

Una ragione del tutto speculare ha portato alla dichiarazioni di inammissibilità anche per il quarto ricorso, in quanto proposto (in merito alla questione di fiducia posta sul Rosatellum) congiuntamente dal Codacons, da un cittadino elettore e da un senatore contro il Governo. In sostanza, la Consulta garantisce la sopravvivenza al Rosatellum, respindengo le richieste di ricorso inerenti: nei primi tre conflitti di attribuzione, a firma del professor Felice Besostri, si insisteva sull'articolo 72 della Costituzione e su quei regolamenti parlamentari che impediscono di porre la questione di fiducia su leggi di materia costituzionale ed elettorale. Due dei tre, nello specifico, riguardavano le fiduce poste sull'Italicum, mentre il terzo riguardava anche il recente Rosatellum 2.0.

Le qualifiche dei ricorrenti

Tra le ragioni esposte dalla Corte costituzionale sulla respinta dei ricorsi, si è fatto particolare riferimento alle qualifiche dei ricorrenti: “Posto che un senatore non ha titolo per sollevare conflitto contro il Governo – precisano da Palazzo della Consulta -, per di più lamentando vizi del procedimento parlamentare seguito presso la Camera dei deputati, nessuno dei ricorrenti è, nel caso di specie, qualificabile quale potere dello Stato”. A ogni modo, lo schieramento anti-Italicum guidato da Besostri ha annunciato un nuovo ricorso, nel quale i legali si qualificheranno come esponenti del corpo elettorale. Tra i punti contestati, assieme alle questioni di fiducia, ci saranno gli snodi della legge, da essi considerati incostituzionali.