Rosatellum bis, “sì” della Camera alla terza fiducia

Con 309 voti a favore, 87 contrari e 6 astenuti, la Camera dei Deputati ha approvato la fiducia anche sul terzo articolo del Rosatellum bis, nel quale si regolamenta la determinazione dei collegi elettorali. Numeri sostanzialmente identici a quelli che, nella giornata di ieri, avevano portato all’ok della fiducia sui primi due punti e che spediscono il testo di legge alla discussione degli ultimi due punti, sui quali non sono previste votazioni simili.

Le prime due votazioni

Nonostante le proteste e le grida di piazza, il testo del Rosatellum bis ha incassato ieri le prime due fiducie e lo ha fatto in un’Aula praticamente deserta a Montecitorio. Come previsto, infatti, Forza Italia e Lega sono uscite per favorire l’ok al provvedimento, mentre Fratelli d’Italia e Mdp hanno posto, come annunciato, il voto contrario. E allora, mentre all’interno della Camera arrivavano le prime due votazioni favorevoli con numeri pressoché identici (307 favorevoli alla prima chiama, 308 alla seconda), la vera giornata della Legge elettorale si svolgeva all’esterno, non troppo distante dalla sede del Parlamento, con il Movimento 5 stelle a disertare la seduta e ad arringare la folla in strada come agli inizi, e Mdp (con Sinistra italiana) a manifestare in Piazza della Rotonda, al Pantheon. Cori, fischi, discorsi e una doppia votazione sulla fiducia che ha creato una faglia profonda sul tema: la prima giornata del Rosatellum 2.0 è trascorsa così.

Rosatellum, ipotesi fiducia al Senato

Oltrepassato lo scoglio della prima votazione, la maggioranza aveva guardato già alla giornata di oggi, con una terza chiama da svolgere e il rischio dei franchi tiratori ancora esistente. La vera sfida, infatti, si articolava proprio sull’esame dei restanti due articoli del provvedimento, il cui voto era previsto a scrutinio segreto. Pur mantenendo un cauto ottimismo, la maggioranza ha vagliato l’opzione di una fiducia anche al Senato, tentativo estremo di scongiurare il pericolo. Il problema, però, è che a Palazzo Madama la maggioranza è decisamente meno larga e l’eventualità di un voto di fiducia di tipo tecnico quantomai concreta. Nessun pronostico, comunque, con i dem e alleati costretti a fare i conti con l’incognita dei franchi tiratori con l’augurio che non si renda necessario il nodo sulla fiducia anche al Senato.

Rischio franchi tiratori

Ipotizzando qualche numero, sulla carta c’erano circa 420 voti a favore, il che avrebbe significato la necessità di una presenza abbastanza corposa di franchi tiratori (almeno un centinaio) anche se le previsioni avevano parlano di una settantina. Un numero che, in un unico voto, sia pur a scrutinio segreto, non sembrava troppo preoccupante. L’ipotesi di fiducia a Palazzo Madama resta comunque in piedi, per blindare l’iter della Legge e arrivare in fretta al voto finale, ma la ristretta maggioranza è allo stesso modo una variabile da tenere in considerazione. Nel frattempo, i pentastellati hanno annunciato una nuova mobilitazione di piazza per le 13, con Beppe Grillo presente a Roma.