Roma capitale delle spy story

L’inizio del nuovo anno si tinge di “giallo” per la città di Roma. I primi giorni del 2019 hanno fatto da scenario all’improvvisa sparizione di un diplomatico nordcoreano, seguita da una girandola di analisi, spiegazioni ed ipotesi che non hanno, al momento, per nulla contribuito a fare luce su un caso che va ad aggiungersi ai tanti misteriosi episodi legati alla sfera militare e diplomatica riguardanti la capitale, sempre più “centro” delle attività e degli interessi delle ambasciate popolate da funzionari, faccendieri e potenziali spie provenienti da tutto il mondo con gli obiettivi più disparati da dover perseguire. L’ambasciatore Jo Song-gil è scomparso alcuni giorni fa nel nulla insieme alla sua famiglia. Membro eccellente del corpo diplomatico nordcoreano, presiedeva da anni una delle ambasciate più importanti della Corea del Nord in Europa e nel mondo, ossia quella di Roma, ritenuta da fonti diplomatiche sudcoreane come il centro di smistamento di tutti i prodotti di lusso inviati dall’Occidente direttamente nel regime di Kim Jong Un.

Il mistero nordcoreano

Le prime voci di corridoio hanno immediatamente parlato di diserzione e di richiesta di asilo politico per Jo Song-gil, mentre con il passare dei giorni questa ipotesi sembra essere sfumata per fare spazio a nuovi dettagli pubblicati dalla stampa sudcoreana tramite fonti anonime: da alcuni mesi, infatti, dei volti sconosciuti avrebbero cominciato a frequentare l’ambasciata di PyongYang sita presso il quartiere Eur, una “squadra speciale” inviata da Kim in persona per prelevare il diplomatico (evidentemente già attenzionato da anni dal potere centrale) e ricondurlo in patria al fine di evitare qualsiasi tipo di defezione e fuga all’estero. Allo scomparso ambasciatore, infatti, era stato consentito, in eccezione alle regole vigenti nella diplomazia nordcoreana, di trasferirsi a Roma con tutta la famiglia al seguito proprio per il suo cognome, appartenente ad una blasonata famiglia fedele al regime. Anche se, ormai, sarà difficile scoprire il finale di questa misteriosa storia, la città di Roma si conferma scenario sempre più confacente ad intrighi internazionali e spy story degne dei migliori racconti d’avventura.

Il russo e il portoghese

Nonostante l’aspetto magnificente dei suoi palazzi storici e delle sue rovine antiche, dove secoli di bellezza e potere sono stratificati in un armonioso complesso di accecante maestosità, l'Urbe è oggi capitale di un Paese dai margini di manovra limitati, ma ancora centro di numerosi interessi strategici. Roma è il centro del Mediterraneo, ponte tra Ponente e Levante, sede del potere universale della Chiesa e di quello secolare di un Paese sì fondatore dell’Europa, saldamente alleato nei simboli e nei gesti alla potenza statunitense, ma con un occhio che ammicca al mondo orientale, ai flussi di affari provenienti indistintamente da Mosca e da Il Cairo. Roma è una “suburra” dove per anni, tra le frotte di turisti, i romantici ristoranti e le esposizioni museali, molti intrighi internazionali hanno avuto luogo. Un ruolo simile, durante la Guerra Fredda, fu ricoperto da realtà “marginali” giacenti sulla Cortina di Ferro come Vienna, Berlino e Belgrado. Ma cosa potrebbero mai avere in comune un freddo e minimalista caffè viennese o una ribollente kafana belgradese con una taverna trasteverina? Bisognerebbe chiederlo a due misteriosi avventori scomparsi nel 2016, in un torrido giorno di fine primavera: due viaggiatori, una “strana coppia”, un russo ed un portoghese, entrano in un baretto di Trastevere e scambiano due chiacchiere. Interviene la polizia italiana cogliendo entrambi in flagrante. Reato? Scambio non autorizzato di informazioni militari Nato classificate. Sono rispettivamente un ufficiale dell’Svr (il servizio di intelligence internazionale russo) e un agente segreto portoghese. Il russo viene immediatamente estradato a Mosca il giorno dopo la scarcerazione, meglio non avere grane con Putin e disinteressarsi immediatamente della faccenda. La Russia è presente a Roma con numerosi centri di ricerca e cultura, rappresentanze commerciali e due ambasciate: quella presso lo stato italiano e quella presso la Santa Sede. Gli intrighi, dunque, raddoppiano: ad agosto è stato messo a soqquadro l’appartamento privato sito in Via Gregorio VII del responsabile militare dell’ambasciata russa. La porta di casa presenta l’evidente prova di un’avvenuta effrazione, ma dall’abitazione del funzionario russo non è stato toccato alcun oggetto di valore. Cosa cercavano, dunque, i ladri? È cosa risaputa che i responsabili militari delle ambasciate si occupano di coordinare il lavoro dell’intelligence nel Paese ospitante.

Roma al centro del RussiaGate

In pochi sanno che l’affare RussiaGate che ha coinvolto Donald Trump passa in buona parte dalla Città Eterna. Chiedere a George Papadopoulos e Joseph Mifsud, incontratisi proprio a Roma per scambiare materiale compromettente sul conto di Hillary Clinton. Mifsud, professore maltese presso la Link Campus University di Roma, in ottimi rapporti con l’Mgu di Mosca, membro del Forum di Valdai, think tank vicino al Cremlino è stato indicato dagli inquirenti statunitensi come una “spia” al servizio dei russi, in contatto con il Cremlino tramite una misteriosa donna, Ol’ga Vinogradova, la “nipote di Putin”, così come è stata ribattezzata dai media americani. Il contatto tra Papadopoulos (ex consigliere di Trump) e la Vinogradova avrebbe garantito il decisivo passaggio di informazioni e decretato la definitiva influenza di Mosca sul nuovo esecutivo a Washington. Dai larghissimi viali di Mosca a quelli antistanti la Casa Bianca vi passa la Link Campus University di Roma, giovane ateneo già parecchio discusso per essere considerata una fucina di politici pentastellati (ben tre ministri del governo Conte insegnano presso la Link Campus) con un cda impreziosito dalla presenza di volti influenti del mondo politico italiano come Vincenzo Scotti, Gianni Pittella e Franco Frattini. I signorili ambienti del Casale San Pio V (sede dell’università) sono sospettati di essere stato l’elegante scenario di intrighi ed incontri che hanno visto protagonisti professori, politici, funzionari ed agenti di vari Paesi, occidentali e non.

Il mistero della donna kazaka

A proposito di sparizioni… chi ricorda l’affare Shalabayeva? La moglie dell’ex ministro/funzionario/imprenditore/dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, estradata in Kazakhstan nel 2013 proprio da Roma per espressa richiesta del Presidente Nazarbaev (da anni sulle tracce di Ablyazov). Recentemente la Shalabayeva è stata ascoltata dalla Procura di Perugia in relazione alla causa che vede 11 persone accusate di sequestro di persona e falso. Ablyazov è stato dichiarato persona “non gradita” in Kazakhstan, Russia, Ucraina e Gran Bretagna perché avvrebbe sottratto indebitamente del denaro tramite diversi escamotage finanziari. Una volta all’estero, Ablyazov si è presentato al mondo occidentale come un perseguitato politico del ventennale potere di Nazarbaev, come un dissidente in cerca di protezione, finanziando il lavoro di Ong. Resta un segreto il repentino viaggio notturno orchestrato in tutta fretta, a dispetto di un’opinione pubblica che ancora si chiedeva che fine avrebbe fatto la famiglia di Ablyazov una volta tornata ad Astana. La vicenda suscitò l’interesse dell’allora ministro degli Esteri Emma Bonino, leader dei Radicali spesso e volentieri vicini (per politica o semplice benevolenza) ai dissidenti politici di Nazarbaev, per poi arrivare fino a Giorgio Napolitano. Ancora una volta un intrigo internazionale che contribuì a fare luce su questa controversa figura partì da una villetta a schiera sita a Casalpalocco. Nonostante ancora la capitale venga vista come una città da tipica “cartolina”, romantica a tempo pieno, incentrata sul grigio e burocratico lavoro ministeriale, trasporti malfunzionanti ed il continuo adempimento delle richieste turistiche tra musei, ristorazione e servizi annessi, i suoi marmi levigati dai secoli di lotte per il potere ci suggeriscono qualcosa di più: città di intrighi, di complotti, di incontri tra Oriente ed Occidente, Città del Vaticano, dei suoi servizi segreti, città con una malavita spesso in combutta con le tante forze oscure che hanno contribuito a scriverne la storia. Città capitale di un Paese sì ridimensionato nelle ambizioni, ma ancora, a suo modo, romanticamente caput mundi.