Ritiro dall'Afghanistan: un giallo

È diventata un giallo la questione del ritiro del contingente italiano dall'Afghanistan. Se ieri il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha annunciato che entro dodici mesi i militari italiani verranno mandati via dal Paese asiatico, oggi l'ipotesi rischia di trasformarsi in un'incognita.

L'annuncio di ieri

Fonti della Difesa affermavano ieri che il ministro Trenta ha dato disposizioni al Comando Operativo di vertice Interforze (Coi) di valutare l'avvio di una pianificazione per il ritiro del contingente italiano in Afghanistan”. Si annunciava inoltre che “l'orizzonte temporale potrebbe essere quello di 12 mesi”.

Palazzo Chigi sa, la Farnesina no

La valutazione della Trenta – hanno poi riferito nelle ore successive fonti della Difesa – è stata presa in raccordo con il Governo, aggiungendo che la vicenda rappresenta una questione di sicurezza per i nostri militari sul terreno, alla luce delle notizie di un accordo fra Usa e talebani in Qatar che prevederebbe il ritiro delle truppe straniere dal Paese. Se Palazzo Chigi afferma dunque di essere in linea con le decisioni della Difesa, la Farnesina non pare essere dello stesso avviso. Da Gerusalemme, dove il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi si trova in missione, commenta così: “Non ne ha parlato con me (la Trenta, ndr), apprendo adesso che l'avrebbe detto oggi, non appena ritorno a Roma o dovessi sentirla ne parleremo insieme”. A Moavero Milanesi fa eco stamattina una nota del Ministero degli Affari Esteri. “La Farnesina – si legge – conferma di non essere mai stata messa al corrente delle intenzioni del Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, prima delle sue dichiarazioni alla stampa relative alla decisione di ritirare il contingente militare italiano dall'Afghanistan”. Secondo Lia Quartapelle, capogruppo Pd in Commissioni Esteri alla Camera, “è surreale il ritiro dei militare italiani dall'Afghanistan venga appreso attraverso indiscrezioni e smentite del ministro degli Esteri e del partner di governo dei 5 Stelle”. Di qui il suo invito al ministro Trenta di riferire alla Camera.