Ritardi nei soccorsi, polemiche dei sindaci. Curcio: “Chi tocca il sistema attacca il Paese”

Polemiche sui ritardi della macchina dei soccorsi nelle zone del centro Italia flagellate dalla straordinaria ondata di freddo e maltempo e poi colpite dal terremoto. “Stiamo aspettando Godot”, attacca il sindaco di Ascoli Guido Castelli in attesa di rinforzi, uomini e mezzi, per far fronte all’emergenza neve, complicata anche dalle ultime scosse di terremoto. “Abbiamo bisogno di frese – spiega -, perché i muri che ostruiscono l’accesso alle frazioni si sono consolidati vanno tagliati. Sembra che stiano arrivando, ma stiamo ancora aspettando“.

Tre frazioni del comune di Caldarola (Macerata) sono senza corrente elettrica dal 17 gennaio, denuncia il sindaco Luca Maria Giuseppetti. “l’allerta meteo è arrivata una settimana fa, non è il terremoto, che non puoi prevedere, eppure a Caldarola siamo rimasti senza luce e riscaldamento per 48 ore, e il black-out interessa ancora stamani parte del capoluogo e le tre frazioni“.

“Esprimo solidarietà e rispetto per le emergenze, in particolare per la tragedia di Rigopiano, ma mi permetto di segnalare che nell’Aquilano ho contezza diretta di numerosi comuni da quattro giorni isolati per la neve, senza energia elettrica e con i viveri che ormai scarseggiano” ha affermato, invece, il sindaco di Navelli, Paolo Federico. Il primo cittadino ritiene insufficiente l’intervento delle istituzioni in merito all’emergenza neve e terremoto facendo la lista “ufficiale” dei comuni e quindi delle centinaia di cittadini in gravi difficoltà”.

Ma c’è stato anche chi ha invitato ad abbassare i toni. Come il sindaco di Camerino, Gianluca Pasqui, secondo cui va riportato “un clima di collaborazione con il commissario per la ricostruzione Vasco Errani, il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e le istituzioni” che “ci sono stati sempre vicini”. Il tutto “nell’interesse dei nostri concittadini”.

A spezzare una lancia nei confronti dei soccorsi è stato anche il primo cittadino di Amatrice, Sergio Pirozzi. “Invio un grande abbraccio a Fabrizio Curcio, ritengo ingiuste le accuse di queste ore. Erano 60 anni che non nevicava così”.

Al termine di una giornata è arrivata la risposta dello stesso capo della Protezione Civile. “Mi limito a lavorare e non faccio polemica ma chiedo rispetto per chi lavora in condizioni proibitive. Chi tocca il sistema tocca il Paese” ha spiegato. “Chi non ha competenze e critica – ha aggiunto – non fa un buon servizio a chi da mesi lavora ininterrottamente. Forse non ci si è resi conto che siamo di fronte a due eventi eccezionali che comportano gestioni diverse e coordinate”.