Riforma sul lavoro, Renzi snobba i sindacati

In Italia continua a tenere banco la riforma del lavoro, che sembra essere divenuta la priorità assoluta del governo Renzi. Il premier è tornato a parlarne anche negli Stati Uniti dove si trova in questi giorni. Il dibattito ruota tutto intorno all’art. 18. La proposta del governo, già formulata nell’emendamento alla legge delega presentato dal presidente della Commissione Lavoro del Senato, consiste nella previsione di assunzioni a tempo determinato ma senza le garanzie attualmente previste, tra cui quella, nevralgica, del reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa.

Il premier ha dovuto fare i conti con i mugugni della Cgil e di parte del suo stesso partito. Renzi al Wall Strett Journal, ha detto di voler “realizzare le riforme indipendentemente dalle reazioni”. Al presidente del consiglio non interessa “se i sindacati sono contro. Non è un problema. Forse posso perdere le prossime elezioni ma per me è importante non perdere questa opportunità”.

Sulla stessa linea d’onda anche il ministro Giuliano Poletti.Andiamo avanti con decisione e determinazione – ha spiegato a margine del convegno di Confindustria- abbiamo bisogno di certezze, cose semplici e chiare per cambiare il mercato del lavoro e far ripartire il paese. Discutiamo con tutti ma non ci fermeremo davanti al tabù dell’articolo 18, alla fine faremo le riforme nei tempi fissati perché a decidere alla fine saranno governo e Parlamento”. 

Intanto, sul fronte sindacale, c’è da registrare lo spiraglio aperto da Susanna Camusso.  “Se si parla di allungare il periodo di prova, sono per discutere dei tempi – ha chiarito il Segretario Generale della Cgil – capisco che ci sia una stagione in cui l’articolo 18 non vale ma è necessario che sia transitoria”.