Restauro a tutta birra

Un brindisi per sostenere la complessa operazione di restauro di un prezioso affresco del quindicesimo secolo. Un capolavoro da salvare, prima che sia troppo tardi. La pittura a fresco, comunemente conosciuta col nome di affresco, è così chiamata perché si esegue su un intonaco fresco, cioè appena steso. Si tratta, quindi, di una tecnica di pittura muraleUn affresco viene creato attraverso un'antica tecnica pittorica che utilizza pigmenti di origine minerale, stemperati in acqua direttamente sull'intonaco fresco. Il trascorrere del tempo, causa inevitabilmente un deperimento delle opere come per esempio delle di muffe sulle pareti. Anche le infiltrazioni d'acqua o di umidità possono danneggiare seriamente un affresco. Il restauro di questo genere di opere è un'operazione molto delicata, che richiede uno studio approfondito per individuare la tecnica precisa con cui è stato realizzato e decidere come procedere per poterlo riprestinare al meglio. Solo successivamente ad un'analisi di questo tipo, è possibile progettare ed intervenire con idonei trattamenti

Corsa contro il tempo

Per raggiungere l’obiettivo è stata lanciata anche una birra, la Fiòla di San Bastiano. “Sì, anche così si può aiutare l’arte – spiega alla Stampa Michele Borsotti, contitolare del birrificio Balabiott di Domodossola dove si può acquistare a 10 euro la bottiglia da 66 cl -. Parte del ricavato, 2 euro, servirà al recupero di questo straordinario affresco del ’400″. L’alleanza tra birrificio Balabiott, studio d’architettura mps+s e Printgrafica Pistone è sfociata anche nella creazione del sito www.beersaveart.com. Il salvataggio di San Sebastiano è solo il primo passo.

La prima fase dei lavori

L’affresco è già stato visionato da Benedetta Brison della Soprintendenza, e dalla restauratrice Emanuela Ozino Caligaris che hanno confermato la datazione al XV secolo.  L’intervento sostenuto dalla Fiòla di San Bastiano serve a coprire i costi della prima fase dei lavori. L’intervento di distacco dal muro è già stato autorizzato dal ministero. A quel punto i proprietari dell’antica casa abbandonata, Cristina Pilatti e il marito Stefano Mastroianni, potranno donarlo alla Curia. A operazione conclusa sarà sistemato nell’oratorio di Rido, poco distante. Oggi è in uno stato di grave degrado, minacciato dall’umidità e dal pericolo che l’antica casa di pietra in cui si trova crolli completamente. E’ in frazione Oira Bella, un balcone baciato dal sole sulle alture di Crevoladossola. Qui lo sguardo spazia sulla piana dell’Ossola. Nella stessa casa dell’affresco c’è un camino con un antico stemma nobiliare, un altro è stato smantellato da ladri ben consapevoli del valore di quei marmi.

Ogni pietra racconta il passato

“Per quanto ci riguarda – evidenzia Borsotti alla Stampa – ci siamo posti l’obiettivo di raccogliere almeno 2 mila euro, il costo dei materiali visto che la Soprintendenza mette gratuitamente a disposizione una restauratrice. Poi la Curia potrà accedere a bandi delle fondazioni per completare l’opera. Noi ci crediamo“. Anche il gruppo di giovani, tutti sulla trentina, che ha deciso di salvare l’affresco conosce l’importanza di quel patrimonio. Andrea Scotton è un architetto che ama questo mondo dove ogni pietra racconta il passato. 

Iscrizione danneggiata

“Tre anni fa sono venuto a fare legna in questo bosco con un amico e siamo andati a scoprire i tesori nascosti della frazione. Ci siamo imbattuti nell’affresco. Mi ha colpito la cura dei particolari. Nessun dubbio che si tratti di san Sebastiano, rappresentato nel martirio con le mani legate dietro la schiena e il petto trafitto da frecce. Le gocce di sangue sono dipinte in modo raffinatissimo, con stile gotico come la croce da mensa dipinta a lato del soggetto. E poi quel blu cobalto usato per lo sfondo dietro la testa era raro e costoso, si faceva con polvere di lapislazzuli. C’è anche un’iscrizione molto danneggiata”, raccontano alla Stampa i promotori dell'operazione di recupero dell'affresco quattrocentesco.