RENZI SCUOTE IL PD: STOP AI RICATTI, VOTIAMO L’ITALICUM

Matteo Renzi apre una direzione Pd infuocata a meno di un mese dal 27 aprile, giorno in cui è stata calendarizzata l’approdo nell’Aula della Camera della legge elettorale tra le proteste della minoranza dem. “Il mio auspicio è che sia l’ultima direzione in cui si discute di Italicum – ha detto il premier -. Non l’ultima volta” visto che “potrebbe essere opportuno che il gruppo della Camera abbia la possibilità di riunirsi”. L’obbiettivo è convincere gli scontenti per evitare possibili strappi o scissioni e per questo il segretario ha chiesto “un voto vedendo nella legge elettorale lo strumento decisivo per la qualità e l’azione dei governi che verranno ma anche per la dignità e la qualità di questo governo”.

Ha anche risposto a chi, tra i suoi, lo descrive alla stessa stregua di un dittatore, “sostenere che in democrazia non debba esserci chi decide è pericoloso – ha spiegato – sostenere che nessuno debba decidere è un concetto più anarchico che democratico, è frutto di una malattia del dibattito che giudico pericoloso”. Il presidente del Consiglio ha chiarito che  “non c’è la dittatura o la democratura, come qualcuno ha avuto il coraggio di dire, nel modello che portiamo avanti, ma il modello che potremmo definire come la democrazia decidente, come l’ha chiamata Violante e su cui Calamandrei ha scritto pagine straordinarie”.

L’Italicum viene difeso a spada tratta da Renzi perché “affida a qualcuno il compito e il potere di rimuovere ogni alibi. Ciò è accaduto con elezione diretta del sindaco e questo è l’elemento chiave della legge elettorale. Il punto chiave di tutta la riforma è il ballottaggio”. L’unità è importante perché serve a far fronte agli avversari, soprattutto Grillo, definito “uno sciacallo” per la “dichiarazione di indecoroso gusto” in cui paragona lo stesso Renzi al copilota della germanwings. E tuttavia il leader del M5S ha “perso centralità”.