Renzi rilancia: “Il bonus? Se riesco lo allargo. L’Italia deve pensare in grande”

La riforma della scuola, tanto annunciata quanto da molti –troppi- smentita ed attaccata, sarà finalmente esposta questa mattina, in diretta da Palazzo Chigi e sul sito Passodopopasso. Ma nel frattempo il Premier si “difende”, e in un’intervista a Roberto Napoletano, direttore del Sole 24 Ore, fornisce anticipazioni su quelle che saranno le misure per il rilancio dell’economia italiana.

“Il ceto medio deve respirare”

Rispetto alle future mosse del Governo su spesa pubblica, diritto del lavoro e privatizzazioni Renzi sembra assolutamente sicuro di sé. Di una sicurezza che forse supera il reale e il possibile.  Ad esempio il bonus Irpef da 80 euro, la cui estensibilità a giugno non era garantita e che addirittura pareva completamente bloccato fino alla scorsa settimana, sarà non solo confermato ma addirittura allargato: “Il bonus di 80 euro è stato dato per dare un senso di giustizia sociale e sostenere il potere d’acquisto del ceto medio – ha detto a Napoletano – che è stato tartassato in questi anni e non ha mai visto un intervento di riduzione delle tasse così significativo. Quindi non solo lo confermo, ma se riesco lo allargo”. Secondo il premier il bonus va strutturalizzato, reso parte integrante del sistema: “Gli 80 euro daranno i loro effetti – ha continuato – perché verranno confermati e percepiti finalmente come strutturali. Il bonus deve essere stabile e percepito come tale. Il ceto medio ha bisogno di respirare”.

Poi alcune anticipazioni sui tagli, che “saranno non di 17, ma di 20 miliardi per investire in istruzione e ricerca senza aumentare le tasse. Il Governo valuterà tagli non lineari del 3% per ciascun ministero”. Lunedì prossimo si terrà un incontro con Padoan e tutti gli altri ministri, in modo tale che “Ognuno potrà e dovrà valutare le singole spese da tagliare”. “Se una famiglia può risparmiare 40 o 50 euro su un budget di duemila, non vedo perché lo stato non possa fare altrettanto avendo a disposizione una spesa di 800 miliardi”.

“Sul lavoro come i tedeschi”

Per quanto riguarda il lavoro, Renzi assicura che l’approvazione del Jobs Act sarà completata entro la fine dell’anno. E che in Italia “introdurremo il modello di lavoro tedesco, non spagnolo. Confido che il governo possa varare la riforma entro fine ottobre. Confido che l’esame del provvedimento possa procedere bene e speditamente”. Mentre sul superamento dell’articolo 18 aggiunge che “quella è la direzione di marcia, mi sembra ovvio. Sarà possibile solo se si cambierà il sistema delle tutele”.

Si al capitalismo, no ai soliti noti”

Le privatizzazioni, poi, si faranno. E i target previsti vanno rispettati. Ma il premier non è convinto che si debba partire da Enel ed Eni: “non vedo prioritario ridurre le quote dello stato in due società che hanno grandi potenzialità – afferma – il corso dei titoli può ancora crescere, si può fare un discorso più strategico”. E poi “preferisco che arrivi qualcuno dall’estero con soldi veri, piuttosto che presunti capitalisti italiani che hanno fatto finta di investire. In Italia sono 30 anni che vediamo sempre quelli: quelli dei salotti buoni. Che però alla fine non hanno creato posti di lavoro”. A Renzi non interessa “chi sei”, non vuole preferire gli amici degli amici perché, afferma a un’intervista su Rtl 102.5, “la storia del nostro capitalismo è stata fatta sempre dai soliti noti”.

“Fantapolitica”

Poi il premier ha smentito. Ha smentito sul fronte italiano e pure su quello europeo. Innanzitutto “non esiste nessuna operazione taglia-debito. Non si fa”. La soluzione al problema, secondo lui, è “tornare a crescere: deve farlo l’Europa, e noi con lei”; l’Italia rispetterà il 3%, ma “c’è una flessibilità possibile nella tempistica del Fiscal Compact”. In secondo luogo, la storia del rimpasto è mera “fantapolitica: la squadra di governo è questa e non si tocca”. A tempo debito sarà sostituita la ministra degli esteri che adesso è Lady Pesc, ma non si toccherà la Giannini. Pure se la scorsa settimana c’è andata lunga con le anticipazioni. Secondo Matteo Renzi “l’Italia deve tornare a pensare in grande, puntando sul mondo e non solo sulle vicende di casa nostra”. E l’esempio, quello del pensare al di fuori “di noi stessi”, pare darcelo lui.

 

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