Renzi: “No a veti a sinistra, la legge elettorale impone le coalizioni”

Apertura a sinistra senza veti e Ius Soli. Sono alcuni dei temi cardini scanditi dal segretario Dem Matteo Renzi nel suo intervento in chiusura della due giorni di conferenza programmatica del Pd a Portici.

Alleanze

“Non si possono mettere veti sulle realtà che vengono dal centro” dice Renzi sul tema alleanze. “E non possiamo permetterci veti alla nostra sinistra: se qualcuno pensa che fuori dal Pd sia più facile difendere gli ideali della sinistra, rispondiamo che senza Pd, fuori dal Pd, non c’è la rivoluzione socialista ma Di Maio. Se però c’è disponibilità a centro e sinistra di creare strutture e aprire ragionamento sui contenuti ci siamo. Ma – avverte – non rinunciamo alle nostre idee”.

“La legge elettorale che il Parlamento ha approvato impone le coalizioni – spiega il segretario – per le prossime elezioni sono più importanti i voti dei veti”.

Ius Soli

“Lo ius soli è una proposta del Pd da sempre e se ci sarà la fiducia il Pd la voterà convintamente. La decisione se metterla o no è nelle mani del presidente del Consiglio e siamo dalla parte del presidente del Consiglio”, dice Renzi parlando dal treno del Pd.

“Orgogliosi di ciò che siamo”

“Rivendicare i risultati è un nostro dovere: il Paese non è ripartito per caso. Nel 2014 – ha detto l’ex premier in un altro passaggio – c’era chi voleva portare il Paese fuori dall’euro e chi lo ha portato fuori dalla crisi. Chi lo ha fatto si chiama Partito democratico, non altri: partiamo dall’orgoglio di ciò che siamo altrimenti non siamo seri verso la politica”.

Europa e populismi

Renzi attacca l’europa della “tecnocrazia” e il populismo.  “L’Europa non ha futuro senza dimensione politica. Sì che vogliamo più Europa, ma non l’Europa della tecnocrazia e della burocrazia soltanto. C’è una frizione e una tensione costante in Europa. Porre questi temi non è da populisti ma da quelli che vogliono sconfiggere i populisti sennò vincono gli altri”.

“Vogliono obbligarci – dice ancora – a credere a una tecnocrazia senz’anima. Ma c’è una diversità profonda tra le politiche che possiamo fare noi e quelle che possono fare gli altri”. “Senza la politica come minimo c’è l’impasse”, sottolinea in chiusura della conferenza programmatica del Pd. E contro la Lega di Salvini attacca: “Lega ladrona. Loro sono diversi solo quando non scendono a valle. Perché quando scendono a valle rubano più degli altri”.

Banche e politica

Renzi dedica un passaggio del suo discorso anche alla questione delle banche. “L’unica cosa che abbiamo salvato sono stati i conti corrente dei cittadini, dei risparmiatori, insistere nel dirlo è innanzitutto un elemento di libertà personale, un passo personale di forza. Non abbiamo scheletri nell’armadio, non abbiamo niente da temere. Ma i commentatori sembrano ignorare l’intreccio perverso che c’è stato per 15 anni in Italia tra interessi aziendali, editoriali, dinamiche politiche con la vigilanza bancaria. Dirlo non è populismo ma è politica”.

L’uscita di Grasso

Infine, un accenno sull’uscita dal Pd del presidente del Senato Pietro Grasso. “Ho vissuto con dolore – ha detto Renzi – il fatto che il presidente del Senato abbia lasciato la tessera del Pd e mi dispiace, non dobbiamo fare polemiche con la seconda carica dello Stato. Ma non possiamo accettare che si dica che la fiducia è un atto di violenza: non lo è stato, un atto di violenza”, conclude Renzi.