RENZI NEGLI USA PER L’ASSEMBLEA ONU, CON L’UE E’ DI NUOVO FRATTURA

Matteo Renzi è a New York per prendere parte ai lavori ai lavori della 71esima Assemblea generale dell’Onu. Ma per il capo del governo, che resterà negli Stati Uniti sino a martedì sera, si tratta di una due giorni ricca di impegni. Il primo appuntamento in programma sarà il dibattito della Clinton Global Initiative, moderato dall’ex presidente Usa Bill Clinton. Successivamente parteciperà ai lavori del Summit delle Nazioni Unite sui rifugiati e i migranti. Riceverà poi il premio Global Citizen Award dell’Atlantic Council.

Nei giorni scorsi si è consumato un nuovo strappo con l’Unione Europea. Il premier, dopo aver dichiarato a chiare lettere la sua insoddisfazione per i risultati del vertice Ue di Bratislava, è tornatp a ribadire la sua linea in un’intervista al “Corriere della sera”: “Non faccio la bella statuina. Voglio risultati concreti non parate scenografiche”. A New York vedrà Angela Merkel e Francois Hollande, con cui, ha ribadito, “non c’è nessun problema”.

Ma la battaglia, ha assicurato il leader Pd, non è fatta per ottenere margini per la prossima manovra. La ragione? Tranchant: “La legge di bilancio è pronta. Rispetta le regole europee, il deficit scende ancora. Nessuna trattativa”, ha affermato. Il governo è determinato ad andare oltre l’1,8% di deficit concordato con l’Ue per quest’anno (l’ipotesi è lo 0,5-0,6% in più). E si prenderà lo spazio extra-patto che gli spetta per il piano post terremoto Casa Italia e per la vicenda migranti “che l’Europa non riesce a gestire”.

Su questo il premier ha fatto sapere che non accetterà veti dalla Ue (che – nota polemico – spende per una sede nuova), anche considerato che Francia, Germania e Spagna le regole europee non le rispettano da anni. “I tedeschi violano la regola del surplus commerciale – ha incalzato – e hanno l’obbligo di investire di più: parliamo di decine di miliardi che aiuterebbero l’intera Eurozona”. Ma su questo, se Angela Merkel ha deciso per ora di non commentare, è arrivata una risposta puntuta dal governatore della Bundesbank Jens Weidmann: “L’idea che la Germania possa dare una spinta alla congiuntura europea attraverso un programma di investimenti pubblici è ingenua”, ha detto a “La Stampa”.