RENZI, MERKEL E HOLLAND A VENTOTENE PER RICOSTRUIRE L’EUROPA

Il Manifesto di Ventotene, “Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto”, è un documento per la promozione dell’unità europea scritto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Ursula Hirschmann tra il 1941 ed il 1944 durante il periodo di confino presso l’isola di Ventotene, nel mar Tirreno. Quell’isola richiama costrizioni e speranze, assenza di libertà e anelito verso il futuro. E proprio per onorar oggi Angela Merkel e François Hollande sono ospiti di Matteo Renzi sull’isola. La scrittura di quel vero e proprio programma era durata alcuni anni, dopo i quali era circolato clandestinamente ed infine, nel 1944, liberamente in Italia e in altre nazioni europee.

Ventotene, dunque. Nell’Ottocento vi soffrirono i padri del Risorgimento, negli anni bui del fascismo le sue celle opprimenti, progettate per ‘dominare le menti dei detenuti’, ospitarono uomini che hanno fatto l’Italia di oggi e l’Europa, da Altiero Spinelli – appunto – a Sandro Pertini, da Umberto Terracini a Mauro Scoccimarro. In abbandono dagli anni ’60 del Novecento, il maestoso carcere borbonico di Santo Stefano costruito nel 1797 sulla minuscola omonima isola davanti a Ventotene, quasi un’Alcatraz italiana, ha tutti i titoli per inserirsi fra i simboli della cultura e dell’identità europea da recuperare, di fatto un po’ un’icona della proposta che Renzi si prepara a fare oggi ai colleghi Hollande e Merkel. In questo caso il progetto di recupero c’è già, ampiamente annunciato dal governo lo scorso gennaio, proprio da Ventotene, e finanziato a maggio con 70 milioni del Cipe. Ma l’incontro “altamente simbolico” di oggi, fa notare oggi il ministro della cultura Franceschini, “ci rafforza anche nel percorso di recupero dell’ex carcere”.

Perché se i lavori sono già comunque decisi e dotati della necessaria copertura finanziaria, il coinvolgimento dell’Europa darebbe certo una marcia in più all’iniziativa italiana, che prevede la messa in sicurezza e la trasformazione in museo del penitenziario e la creazione di un approdo e di un eliporto per rendere raggiungibile l’isoletta, ma anche la riconversione degli spazi accessori in locali che possano ospitare incontri e convegni, nonché una scuola ‘di Alti Pensieri’ da aprire ai giovani della futura classe dirigente europea.

Il cantiere è partito e la messa in sicurezza della grandiosa struttura ormai assediata da erbacce e tetti pericolanti, finanziata con 446 mila euro di fondi Mibact, sarà completata entro la fine di settembre (ad agosto le necessità turistiche dell’isola pontina hanno reso necessario uno stop perché non si potevano usare le banchine del porto per lo stoccaggio dei materiali edili).

L’avvio vero e proprio dei lavori di restauro è invece previsto per l’inizio del 2017. Intanto a fine luglio è stato consegnato il rilievo fotografico in 3d (indispensabile per monitorare la salute del carcere e per i restauri); ai primi di agosto è stato consegnato uno studio di fattibilità che individua un possibile approdo nella zona di Marinella (in via di approvazione) e sono stati definiti la zona e i tempi necessari per realizzare l’eliporto. Il “simbolo” tornerà a vivere.

Matteo Renzi, Angela Merkel e Francois Hollande si rivedranno così, dopo il trilaterale post-Brexit del 27 giugno, nell’isola simbolo – appunto – dell’Europa unita con il chiaro obiettivo di portare un’Ue fiaccata su più fronti fuori dallo status quo e provando così ad impostare quel rilancio che sarà al centro del vertice a 27 di settembre a Bratislava Per Renzi, Merkel e Hollande la posta in gioco è altissima, sia a livello europeo sia a livello nazionale: il premier italiano si avvia ad una nuova partita con Bruxelles sui margini di flessibilità sul deficit/Pil; Hollande punta al raddoppio del piano Juncker sugli investimenti e a rilanciarsi in tempo per le elezioni del 2017; Merkel deve far fronte alle esigenze dei Paesi membri dell’Est e alle spinte populiste interne che la insidiano in vista del turno elettorale del prossimo anno. E poi ci sono i temi comuni, quelli già messi sul tavolo nelle frenetiche ore post-Brexit: sicurezza e difesa, crescita e investimenti, lavoro e giovani. Saranno questi i tre binari sui quali navigherà un vertice che non potrà non toccare le emergenze dell’estate: il rapporto tra migrazione e terrorismo, il fronte libico e quello siriano.