Renzi ai corrotti: “Mollate il malloppo. Altrimenti ce lo riprendiamo noi”

“Chi sta da questa parte del tavolo è determinato ad andare casa per casa, con tutti gli strumenti, per combattere la corruzione. Chi sta qui non dà tregua per sviscerare ogni possibile fenomeno corruttivo”. Le vicende di Mafia Capitale non hanno lasciato indifferente Matteo Renzi, determinato a dichiarare guerra al malaffare in ambito politico. Ieri si è riunito il Consiglio dei Ministri per varare il pacchetto di norme contro la corruzione, un atto dovuto a seguito degli scandali che stanno sconvolgendo Roma. “E’ del tutto evidente che non ci si può stupire se vengono fuori dei fenomeni di corruzione -ha detto il premier – personalmente quando vengono fuori sono dispiaciuto dal punto di vista umano ma se escono vicende di corruzione vuol dire che il contrasto sta funzionando”.

Spiegando le nuove misure, il presidente del Consiglio ha spiegato che non solo si alzano le pene, ma si interviene sull’aspetto patrimoniale della confisca: “Ridateci il malloppo – è stata l’esortazione di Renzi – e se non ce lo ridate ce lo riprendiamo da soli. Non solo vi becchiamo, ma quando lo facciamo non vi permettiamo di svignarvela con i soldi”. Per Renzi “questo giochino sarà finito quando il Parlamento approverà la legge”. Inoltre, aggiunge, “il patteggiamento legato alla corruzione non consente di evitare il carcere e di non ridare i soldi”. Per il capo del Governo la lotta alla corruzione è un modo per rilanciare il tema del rinnovamento della classe politica. Il testo deve passare anche a costo di ricorrere alla fiducia. “Siamo disposti a chiederla se necessario” ha detto il premier.

Quanto alla confisca,  il ministro della Giustizia, Andrea Orlando nel corso della conferenza stampa al termine ha spiegato che “aggredire i patrimoni fa più paura della detenzione, come per la lotta alla mafia”. Riguardo ai tempi per la prescrizione, il Guardasigilli ha spiegato che “si allunga di due anni dopo la sentenza di primo grado e di un anno dopo la sentenza di secondo grado”. L’inasprimento delle pene deciso oggi in Cdm riguarda “solo la corruzione propria”. Si è scelta la forma del disegno di legge visto che il decreto legge è inappropriato in materia penale. Renzi, ricordando che ora si aspetta l’approvazione delle norme da parte del Parlamento, ha auspicato che “si faccia in fretta”. Alla fine della conferenza stampa il presidente del Consiglio ha fatto un appello ai magistrati dicendo che “è fondamentale si arrivi a sentenza prima possibile, altrimenti c’è l’indignazione, ma poi non c’è chiarezza su chi è il colpevole”.