Quelle stoccate di Grossi al Parlamento

La Corte costituzionale quale garante di un diritto che si evolve, a volte sganciandosi dalla rigidità delle norme per soddisfare i nuovi bisogni della società. Questa la visione del presidente della Consulta, Paolo Grossi, nella relazione sulla giurisprudenza costituzionale relativa all'anno appena trascorso.

La società in evoluzione

In sostanza una funzione di supplenza nei confronti del legislatore. La Corte, ha spiegato, “è tenuta a garantire soprattutto i metodi e gli strumenti attraverso i quali variamente si affermano, nella società civile e in quella politica, i nuovi valori o interessi o bisogni, che i legislatori non hanno potuto o saputo tutelare adeguatamente”. Nel suo nuovo ruolo la Consulta “è chiamata non già a custodire, secondo un'anchilosata logica museale, i cimeli di un passato solennemente imbalsamato nelle formule di una 'carta', ma a far si', piuttosto, che le nuove tutele si innestino nella dimensione costituzionale 'vivente' e nella trama dei principi e delle regole condivisi”. Per questo, ha aggiunto Grossi, vi è “la necessità che essa sappia, con avvedutezza, cogliere nelle dinamiche, in senso lato, 'pubbliche' (non limitate, cioè, ai 'poteri pubblici' ma estese alla vita della comunità e delle persone che la compongono) i segnali del mutamento e della continuità, sapendoli opportunamente travasare ed elaborare nei suoi giudizi, nella vigile coscienza del tempo che fluisce e delle generazioni che si sovrappongono e si succedono”.

Legislatore sordo

La stoccata nei confronti del Parlamento diventa più chiara nel passaggio in cui Grossi ha affrontato l'argomento della legge elettorale. Sono “significativi” i “numerosi 'richiami', 'auspici' o 'moniti' che la Corte ha rivolto al legislatore in abbinamento ai diversi dispositivi, per una congrua, o piu' congrua, disciplina di materie scrutinate“. Tra queste, appunto, quello relativo all'opportunità di “sostituire il sorteggio per la scelta del collegio da parte del deputato eletto in più collegi plurinominali, o della necessità di garantire che i sistemi elettorali delle due Camere, pur se differenti, non impediscano la formazione di maggioranze parlamentari omogenee“. E ancora, Grossi ha ricordato i richiami sulla “opportunità, nella disciplina del cumulo tra pensioni e retribuzioni, di modulazioni 'in senso piu' duttile', o della necessità di intervenire sul regime del respingimento cosiddetto 'differito' con accompagnamento alla frontiera, o di rispettare il principio di necessaria proporzionalità del trattamento sanzionatorio per reati in materia di stupefacenti o di evitare, anche in altra materia, 'il protrarsi di trattamenti penali generalmente avvertiti come iniqui', o 'di corredare le iniziative legislative incidenti sull'erogazione delle prestazioni sociali di rango primario con un'appropriata istruttoria finanziaria' al fine di definire adeguatamente il quadro delle relazioni finanziarie tra lo Stato, le Regioni e gli enti locali'”.

Affondo

C'è poi la questione riguardante la mancata nomina, da parte del Parlamento, del successore di Giuseppe Frigo, dimessosi il 7 novembre 2016. Davanti a Sergio Mattarella, il presidente della Consulta ha rimarcato “pubblicamente e con forza la gravità di questa circostanza, la quale, ben al di là degli ambiti della correttezza costituzionale o di quelli di un rapporto, doverosamente leale, fra le istituzioni, nell'interesse della Repubblica e di tutti i suoi componenti, incide sul concreto assetto di un organo che concepisce e svolge la propria attività secondo un modulo autenticamente collegiale, il quale non può non risultare vulnerato quando, in un modo o nell'altro, se ne limiti l'effettività”. 

Contenzioso in calo

Poi un bilancio sull'attività della Corte, che ha ridotto i contenziosi pendenti dai 550 del primo gennaio 2017 ai 376 del 31 dicembre. Grossi ha parlato di “un consistente abbattimento soprattutto delle giacenze relative ai giudizi incidentali”, scesi da 405 a 251, e un “decremento meno significativo delle pendenze dei giudizi in via principale (da 121 a 104)”. Invariate, invece, le pendenze relative agli altri tipi di giudizio. Quanto ai prcoedimenti instaurati nell'anno, “nel risultare confermata la tendenza, manifestatasi nell'arco dell'ultimo decennio, alla riduzione del numero complessivo degli atti di promovimento, dai 950 del 2007 ai 308 attuali, con il più basso valore degli ultimi dieci anni si può rilevare, in particolare, una ulteriore consistente flessione del numero delle ordinanze di rimessione, dalle 857 del 2007 alle 198 attuali”. Ridotto, inoltre, nel confronto con gli anni passati, anche il numero dei ricorsi per conflitto, con prevalenza dei conflitti tra enti rispetto a quelli tra poteri, specialmente nella fase di merito