Quando l'umanità fu sepolta a Sant'Anna

Sono trascorsi settantaquattro anni da quando, il 12 agosto 1944, ebbe luogo uno dei massacri più atroci che la memoria del nostro Paese sia in grado di ricordare. La strage di Sant'Anna di Stazzema fu solo uno dei tanti inconcepibili episodi di brutale violenza che il nazifascismo dell'epoca fu capace di compiere ma, ogni volta, è come se il sangue delle 560 vittime, 130 delle quali bambini, tornasse per rammentarci ciò che gli uomini sono capaci di commettere gli uni contro gli altri: “Sant'Anna di Stazzema – ha ricordato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – è nel cuore degli italiani. Lo spaventoso eccidio nazifascista, compiuto il 12 agosto di 74 anni fa, costituisce uno dei vertici di più sconvolgente disumanità che la guerra seppe toccare, destando orrore tra gli orrori. Al tempo stesso la fermezza e la dignità mostrate dalla popolazione di Sant'Anna nel ricostruire la comunità dopo l'immane tragedia e nel trasmettere ai giovani il ricordo e i valori fondamentali della vita hanno consentito di accumulare tesori preziosi per il Paese intero, il suo tessuto democratico, la sua cultura di pace”.

L'orrore

“Zona bianca”. Così i militari tedeschi presenti sull'Appennino toscano avevano identificato il piccolo paese di Sant'Anna, ossia una delle potenziali zone in grado di accogliere sfollati. Partigiani poco attivi, uomini rifugiatisi nei boschi per sfuggire alla deportazione: all'arrivo dei commandi nazisti, accompagnati da alcuni membri sotto travestimento della 36a “Mussolini” e da guide collaborazioniste, nel paese di Sant'Anna non c'erano che civili, inermi, disarmati. Non bastò questo a fermare le atrocità che, dall'alba del 12 agosto, si protrassero per molte ore, finché sul terreno non rimasero che corpi esanimi. Cinquecentosessanta morti, solo 350 dei quali identificati. Sessantacinque di questi erano bambini: “In questo giorno di ricorrenza, desidero esprimere il rinnovato dolore per le tante vite innocenti così crudelmente martoriate, e insieme i sentimenti di vicinanza ai familiari delle vittime, ai discendenti, a tutti coloro che oggi partecipano alle celebrazioni di Sant'Anna di Stazzema”. Il Capo di Stato ha ricordato che “sta ora al nostro impegno e alle nostre responsabilità, personali e collettive, rafforzare nei tempi nuovi la cultura della vita, la pace tra uomini e popoli liberi, la solidarietà necessaria per dar vita a uno sviluppo davvero condiviso e sostenibile”.

Il ricordo di Casellati

Anche la presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, ha ricordato il massacro di Sant'Anna come “una delle pagine più feroci del nazifascismo in Italia. Beni preziosi come la libertà e la democrazia portano i segni di tante sofferenze e sono un patrimonio da difendere con l'impegno quotidiano di ognuno di noi. In questo giorno che rinnova il dolore sono vicina ai familiari delle vittime innocenti e a quanti oggi testimonieranno in ogni forma il loro 'no' a una crudeltà che si accanì anche sulle donne e su 130 bambini e che non può e non deve essere dimenticata”.