Prima il Quirinale, poi le riforme: voto finale dopo l’elezione del Presidente

La Conferenza dei capigruppo ella Camera ha rinviato a dopo l’elezione e il giuramento del nuovo presidente della Repubblica il via libera al ddl riforme costituzionali. Le votazioni dei singoli articoli finiranno mercoledì 28, cioè alla vigilia della riunione in seduta comune dei due rami del Parlamento. La richiesta di rinvio è stata sostenuta dalle opposizioni che hanno anche una sospensione dei lavori nelle due settimane antecedenti il voto sul Quirinale.

Oggi è stato trovato l’accordo mentre i partiti avversi alla maggioranza hanno fatto ostruzionismo sino a questa mattina, respingendo l’ipotesi di lavorare anche nella fine settimana e Sel ha sottolineato la necessità di partecipare alla propria Conferenza programmatica.La presidente della Camera, Laura Boldrini ha espresso “soddisfazione per l’intesa raggiunta dai gruppi e per il collettivo esercizio del senso di responsabilità”.

Ieri sono stati votati gli articoli dal 2 al 6 con qualche brivido, come quando la minoranza ha fatto mancare molti consensi sull’articolo 2. La disposizione prevede, fra le altre cose, che il Senato sia composto da 95 membri rappresentativi delle istituzioni territoriali e da 5 che possono essere nominati dal capo dello Stato. A differenza dei senatori a vita restano in carica 7 anni e non possono essere nuovamente nominati.