Ponte Morandi, un dramma che attende risposte

Una tragedia immane ha colpito Genova, i suoi cittadini, le sue aziende e il sistema trasportistico nazionale, perché da quel ponte passavano le merci da e verso il nostro porto più importante. Un porto che da lavoro a quasi 90 mila persone. Una tragedia annunciata? Forse. Da almeno trent’anni era chiaro che quell'arteria autostradale era insufficiente. Da trent’anni era stata individuata la soluzione nella costruzione di una circonvallazione detta 'Gronda Autostradale': una porzione stradale più ampia che evitasse a una parte dei vecoli in transito verso La Spezia, Toscana ed Emilia di non intasare quel punto, dove sarebbero dovuti passare solo i mezzi cittadini e i mezzi diretti al porto, sia per le importazioni che per le esportazioni.

In questo momento, dovuto al cordoglio per le vittime di questa tragedia, non serve fare polemiche ma occorre che il Ministero dei Trasporti, il quale ha il compito di controllare i lavori di manutenzione alle tratte stradali e autostradali, svolga accertamenti su quali verifiche fossero state fatte sui lavori di manutenzione al viadotto Morandi, informazioni che fin qui non sono state dette. Successivamente, sarà necessario creare un tavolo straordinario tra le Ferrovie, l’Anas e le Autostrade per trovare le soluzioni alternative che garantiscano la mobilità dei cittadini e la mobilità commerciale verso il porto, che rischia di perdere importanti traffici in import e in export.

Mi auguro che chi, ancora qualche giorno fa, ha detto no alla Gronda Autostradale capisca che con risposte come questa il Paese è andato indietro e, oggi, ha un'economia che cresce poco e problemi sociali e di lavoro molto gravi. Senza le infrastrutture costruite 50 anni fa l'economia italiana non sarebbe cresciuta. Negli ultimi anni invece, sembra si sia detto no a tutto, finendo per arrivare a risultati in molti casi drammatici. Il danno alla nostra economia è grave e lo sarà per il rischio di perdere traffici in arrivo o in partenza dal porto di Genova. Ecco perché è importante studiare e lavorare a misure alternative.