PINOTTI: STOP ALLE MISSIONI ANTI PIRATERIA DEI MILITARI ITALIANI

I militari italiani non si occuperanno più di proteggere le navi che entrano i rotte a rischio pirateria. Il caso Marò (definito “inaccettabile”) ha portato il ministro Roberta Pinotti, a prendere questa decisione. Lo ha annunciato ieri durante l’informativa del governo sulle missioni internazionali presso le Commissioni riunite Difesa ed Esteri di Camera e Senato. “Abbiamo deciso di terminare la nostra partecipazione all’operazione a guida Nato ‘Ocean Shield’ – ha spiegato – e intendiamo terminare l’impiego dei Nuclei Militari di Protezione, imbarcati sulle navi mercantili italiane”.

Alla base della scelta anche “il positivo trend rappresentato dalla diminuzione degli attacchi dei pirati negli ultimi mesi, nonché l’ormai avvenuto perfezionamento delle procedure che consentono di ricorrere alla difesa dei mercantili con squadre fornite da compagnie private di sicurezza, nel pieno rispetto della normativa e dei regolamenti di pubblica sicurezza”. L’attività dei nuclei militari, già via di riduzione, sarà dunque chiusa nei prossimi mesi, anche “mediante la modifica delle disposizioni normative che l’avevano avviata”.

L’impegno italiano nella lotta alla pirateria era iniziato con la partecipazione dal 20 ottobre al 15 dicembre 2008 del cacciatorpediniere Durand de la Penne, cui ha fatto seguito in ambito Snmg2 quella della fregata Libeccio che vi ha preso parte nel periodo giugno-dicembre 2009, prima nell’ambito di Nato Allied Protector” dal 29 giugno al 18 agosto e da questa data in ambito Nato “Ocean Shield” fino al 14 dicembre, che nel corso della missione ha percorso oltre 40.000 miglia, sventando tre attacchi di pirati verso navi mercantili e soccorrendo un peschereccio somalo alla deriva con tre persone a bordo. Nell’ambito di “Ocean Shield” hanno fatto seguito le partecipazioni della fregata Scirocco dal 12 marzo 2010 al 17 giugno 2010 in ambito Snmg2 e dal 1º ottobre 2010 del pattugliatore Bersagliere in ambito Snmg1.