Pd, inizia l'era Zingaretti

Archiviate definitivamente le primarie, ora si comincia a fare sul serio. Con la riunione all'Ergife di Roma, dove ha avuto luogo l'Assemblea nazionale del Partito democratico, inizia ufficialmente l'era Zingaretti alla guida dei dem. Almeno 2 mila persone nella mega-sala dell'hotel romano, ma probabilmente di più: un'assemblea estremamente partecipata che, in qualche modo, conferma il quasi plebiscito ottenuto dal presidente della Regione Lazio e la fiducia riposta nella sua azione che verrà al timone del partito. Fra i duemila, tra ospiti e delegati vari, non c'era Matteo Renzi, assente per ragioni private ma che, comunque, ha tenuto a inviare via Facebook un messaggio di augurio al nuovo segretario: “Oggi Nicola Zingaretti inizia il suo lavoro come Segretario Nazionale del Pd. Un abbraccio a lui e a tutta la squadra che lavorerà con lui. L'Italia si aspetta dal Pd una risposta allo sfascio di Salvini e Di Maio, non più polemiche interne. Avanti tutta! Buon lavoro, Nicola”.

Numeri e obiettivi

Rivelati i numeri ufficiali delle primarie, con Zingaretti che si attesta su 1.035.955 voti, pari al 66%. Numeri importanti a fronte dei 345.318 voti (22%) di Martina e dei 188.355 (12%) di Giachetti, con una suddivisione dei componenti dell'Assemblea divisi in 119 membri delle liste collegate a Giachetti, 228 per l'area Martina, 653 delegati per Zingaretti. E il nuovo leader inizia il suo cammino parlando dell'Italia: “Ricordiamo che oggi 17 marzo si festeggia l'Unità di Italia – spiega – un augurio al Paese che amiamo e per il quale lottiamo. Tutto ciò che ci accade intorno ci dice che ora dobbiamo muoverci. Insieme, io mi auguro, dobbiamo metterci di nuovo in cammino”. Precisa poi che “in gioco solo il governo ma le fondamenta irrinunciabili della nostra comunità politica. Il Paese è bloccato e sta decadendo. Il pil è fermo nel prossimo autunno ci sarà bisogno di una manovra di decine di miliardi di euro e sarà drammatica”.

Riprendere a fare politica

L'invito di Zingaretti è a “voltare pagina, dobbiamo cambiare noi, occorre un partito diverso, inclusivo, dialogante, empatico con la società”. Un partito che, afferma il nuovo segretario, “riprende a fare politica. Dobbiamo rimettere al centro la persona umana, come hanno fatto le ragazze e i ragazzi scesi in piazza per il clima. Serve più riformismo per affrontare il futuro. Dobbiamo rimettere al centro la giustizia sociale, perché la lotta alla povertà è la condizione per stare meglio tutti”. Pochi dubbi sull'elezione dell'ex premier Paolo Gentiloni a presidente del Pd, con nessun contrario e 86 astenuti.