Palermo, 38 anni fa l’omicidio di Boris Giuliano. Grasso: “Un poliziotto eccezionale”

“Un poliziotto eccezionale”: così il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha definito la figura di Giorgio Boris Giuliano, il capo della Squadra mobile di Palermo assassinato da cosa nostra il 21 luglio 1979. Grasso, ricordando Giuliano in un post su Facebook a 38 anni esatti dalla sua morte, ha ripercorso le tappe della sua esecuzione, riferendo che “Leoluca Bagarella aspettò pazientemente che si voltasse per pagare il caffè: solo allora lo freddò sparandogli alla schiena”. Furono sette i colpi che il sicario legato ai Corleonesi esplose alle spalle del poliziotto nel bar di Via Di Blasi: “Morì così Boris Giuliano – ha proseguito Grasso – un poliziotto eccezionale che aveva capito ‘cosa nostra’ quando era ancora misteriosa e impenetrabile”.

Una figura straordinaria

Il presidente del Senato ha poi ricordato il suo personale incontro con l’ufficiale di Piazza Armerina: “La prima volta che lo incontrai era il 1970, ci ritrovammo nella stanza del Giudice Terranova. Seppe sciogliere, con gentilezza e simpatia, la mia naturale tensione: in fin dei conti all’epoca avevo 25 anni, ero solo un giovanissimo magistrato davanti a due grandi uomini dello Stato. È un ricordo a cui sono molto affezionato e che mi emoziona sempre”. A proposito delle doti di Giuliano come poliziotto e servitore della giustizia, Grasso ha detto di ricordare “il suo raffinatissimo fiuto investigativo e l’ammirazione che suscitava nei colleghi e nei cittadini della nostra Palermo”.

Cortese: “Tutti noi ci siamo ispirati a Giuliano”

L’intera città di Palermo si è oggi fermata per ricordare la straordinaria figura di Boris Giuliano che, come spiegato dal Questore Renato Cortese, “rappresenta la figura a cui tutti gli investigatori si sono ispirati, anche io. Specialmente per chi è passato dalla Squadra mobile di Palermo, non si può non ricordare quegli anni e la figura di Boris che è stato l’ideatore di un metodo investigativo”. Anche il sindaco del capoluogo siciliano, Leoluca Orlando, ha ricordato quell’ufficiale che, con coraggio e determinazione, seppe riconoscere e combattere la criminalità organizzata che imperversava già allora su Palermo: “Un Poliziotto straordinario che, in solitudine, ha immaginato una Palermo diversa e migliore”.