Orban-Salvini: piano contro l'immigrazione clandestina

Attualmente non fanno parte dello stesso gruppo al Parlamento europeo, ma il vicepremier e ministro dell'Interno italiano Matteo Salvini e il premier ungherese Viktor Orban parlano la stessa lingua su temi preminenti come la difesa dei confini e la lotta all'immigrazione clandestina. L'ennesima testimonianza si è avuta oggi, nel corso della visita a Budapest del segretario della Lega, suggellata da un viaggio in elicottero per guardare dall'alto il cosiddetto “muro anti-migranti” costruito dal governo ai confini dell'Ungheria. Medoto che Salvini ha definito “efficace”.

Il piano

Non è un caso che nel corso del pomeriggio il capo del Viminale abbia poi incontrato il suo omologo magiaro Sándor Pintér. I due – stando a quanto riferisce Il Giornale – avrebbero tracciato un piano contro l'immigrazione illegale da proporre in Europa. L'idea dei due Paesi – si legge sempre su Il Giornale – sarebbe quella di “trasportare a Bruxelles quanto fatto da Roma in mare (con i porti chiusi) e da Budapest via terra (con il filo spinato)”. Nel laboratorio d'idee italo-magiaro, inoltre, si sarebbe pensato anche a “rivedere gli accordi commerciali e finanziari” con quei Paesi che “non agevolano i rimpatri dei connazionali” ed anche quello di individuare “luoghi di transito e identificazione fuori dalle frontiere Ue” per i migranti che tentano di entrare nell'Unione europea.

Lega e Fidesz nel Ppe?

Dopo le elezioni europee del 26 maggio, tra i due potrebbe colmarsi anche il divario relativo alle appartenenze ai gruppi di Bruxelles e Strasburgo. La Lega fa parte oggi dell'Europa delle Nazioni e della Libertà, mentre il partito Fidesz di Viktor Orban è nel Partito Popolare Europeo (Ppe), anche se per ora sospeso. Il ministro italiano quest'oggi ha sottolineato che se fosse prevalente la visione di Orban sull'immigrazione “l'alleanza” con il Ppe “sarebbe nelle cose”. Ed ha aggiunto durante la conferenza stampa: “Spero che si possa dialogare coi conservatori per lasciare fuori dalle stanze la sinistra che ha voluto il male dei popoli europei”. Tutti uniti nel Ppe? Solo se prevarrà la visione di Orban ha precisato Salvini. E proprio il suo alleato ungherese gli ha fatto eco. “Sul nostro destino decideremo noi stessi – ha detto -. Se il Ppe si lega alla sinistra europea in quella collaborazione sarà difficile trovare il nostro posto, sia ora sia dopo le elezioni”. Per il premier dell'Ungheria è fondamentale fermare l'immigrazione clandestina e, a suo avviso, è da questo proposito che dovrebbe ripartire il Ppe. A tal proposito ha lodato il lavoro del Viminale. “Il successo di Salvini in quest’ottica va nell’interesse nazionale dell’Ungheria”, ha puntualizzato. Dall'Italia, intanto, non manca una stoccata al segretario leghista dall'alleato pentastellato. Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Esteri del M5s, twitta: “Qualcuno spieghi a Salvini che i 500.000 clandestini che aveva promesso di rimpatriare, fallendo, si fa prima a ridistribuirli. Peccato che chi non vuol fare la sua parte non sta fuori dalla Ue ma al suo fianco come alleato, si chiama Orban e lavora contro l'Italia“.