Oettinger, nuovo affondo sull'Italia

L'Unione Europea corre “un pericolo mortale” e il governo in Italia vuole “indebolire o distruggere” l'Europa. Affermazioni pesanti che il portale web di Politico attribuisce al commissario al Bilancio dell'Ue, Gunther Oettinger. Per lui, il progetto dell'approvazione del prossimo bilancio europeo “corre un pericolo mortale” perché “alcuni dentro l'Europa vogliono indebolirla o perfino distruggerla: la Polonia, l'Ungheria, la Romania, il governo italiano”. Non certo il primo affondo di Oettinger (considerando la bagarre dei giorni scorsi col vicepremier Di Maio proprio in relazione al bilancio e alle quote italiane) ma, certamente, il più pungente se si considera che, fra i cosiddetti “nemici” dell'Ue, il commissario ha affiancato l'Italia ad altre potenze mondiali come Cina, Russia e Turchia.

La versione di Oettinger

Un'eventuale approvazione del prossimo bilancio dell'Ue a stretto giro da parte dei leader nazionali e del Parlamento europeo, secondo Oettinger sarebbe un'importante dimostrazione che l'Europa è ancora in grado di fare la sua parte nonostante le sfide interne e il rischio autocrati che, come riporta ancora Politico, sarebbe un riferimento alle guerre commerciali di Russia, Erdogan e dei “furbi cinesi”. Per questo Oettinger non ha mancato di avanzare critiche anche nei confronti del proprio Paese, la Germania, accusata di non mostrare abbastanza entusiasmo per l'Unione, in particolare per quanto riguarda il bilancio. In questo senso, il commissario ricorda il socialdemocratico Olaf Scholz (ex capo del dicastero del Lavoro e degli Affari sociali), attuale vice-cancelliere e ministro delle Finanze, definito “un tesoriere ancora più severo in questo senso” rispetto al suo predecessore conservatore Wolfgang Schäuble. In quanto rappresentante dell'Unione Cristiano Democratica (Cdu), Oettinger ha inoltre precisato che il primo capitolo dell'accordo di coalizione del governo tedesco potrebbe essere intitolato come “un nuovo inizio per l'Europa” ma che, al momento, a Berlino non vede nessuno di questi argomenti veramente all'interno del dibattito politico.