No Tav lanciano pietre, polizia risponde con lacrimogeni

E'ensioni all'arrivo a Chiomonte del corteo dei No Tav in Val di Susa. Un gruppo di attivisti No Tav, tutti a volto coperto, è giunto al cancello posto lungo il sentiero gallo-romano e ha tentato di tagliare la recinzione con un flessibile. Altri – riporta Repubblica – sono riusciti ad aprire un varco nella pesante cancellata che sbarrava la strada. Un primo gruppo di dimostranti ha già oltrepassato la barriera. Le forze dell'ordine hanno risposto col lancio di alcuni lacrimogeni. Centinaia di dimostranti stanno arretrando lentamente lungo lo stradone che costeggia un dirupo. Tutta l'area è invasa dal fumo. Prima c'era stato anche un lancio di sassi mentre un gruppo di persone – in buona parte incappucciati – stava cercando di tagliare con un flessibile la pesante cancellata a sbarramento del sentiero che dall'abitato di Giaglione conduce al cantiere mentre le forze dell'ordine monitoravano con attenzione la situazione e, in particolare, un camioncino che segue il corteo. 

Un arresto

La polizia di Torino ha denunciato 40 persone, attivisti del centro sociale Askatasuna, che hanno forzato il cancello posto in fondo al sentiero gallo-romano che conduce al cantiere Tav. Tra i denunciati – secondo quanto si apprende dalla questura – ci sarebbe anche un leader nazionale del movimento No Tav che avrebbe preso parte alla demolizione del cancello.

Manifetsazione pacifica

Alcune centinaia di manifestanti, tra valsusini e attivisti dei centri sociali, si erano raccolti al presidio di Venaus e si erano messi in marcia verso l'abitato di Giaglione già dal primo pomeriggio. Ad aprire il corteo, lo striscione che recita: “La valle che resiste – No tav”. I manifestanti hanno scandito lungo il tragitto slogan come “I popoli in rivolta scrivono la storia, To Tav fino alla vittoria” e “Giù le mani dalla Val di Susa”. L'obiettivo dichiarato, come dice uno speaker, era arrivare al cantiere e violare la zona rossa tracciata dalle ordinanze della prefettura per vietarne l'accesso. “Io spero sia una manifestazione bagnata, ma partecipata, fatta con la testa e non con la pancia perché chi oggi tira una pietra, una castagna o qualunque cazzata sappia che lo fa solo per fare un regalo a Salvini, non certo per il movimento non certo per il No tav”, aveva dichiarato alla stampa il leader storico del movimento, Alberto Perino. “È una manifestazione per ricordare che ci siamo, c'eravamo, ci saremo sempre e saremo sempre in mezzo ai piedi a loro”.