No al libero scambio con il Canada: polemiche

Agettare ulteriore benzina sul fuoco della dialettica politica italiana è il Ceta, trattato di libero scambio tra Canada e Unione europea entrato in vigore il 21 settembre 2017, e attualmente in fase di ratifica da parte dei Paesi Ue. Già nelle scorse settimane Gian Marco Centinaio, ministro dell'Agricoltura, aveva annunciato il cambio di passo dell'attuale governo italiano il quale, a differenza del precedente, è intenzionato a non ratificare il trattato. Oggi è giunta la conferma di Luigi Di Maio. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, intervenendo all'assemblea di Coldiretti, ha affermato ricevendo il plauso dell'assise: “Il Ceta dovrà arrivare in aula per la ratifica e questa maggioranza lo respingerà”. Il ministro ha inoltre aggiunto: “Se anche uno solo dei funzionari italiani che rappresentano l'Italia all'estero continuerà a difendere trattati scellerati come il Ceta, sarà rimosso“.

Decisione condivisa da Coldiretti

Parole dure, che dimostrano l'ostilità dell'attuale esecutivo a un accordo che ha sempre avuto la netta contrarietà di Coldiretti. Secondo l'associazione degli agricoltori italiani il trattato legittima “la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi, accordando esplicitamente il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali, dall’Asiago alla Fontina dal Gorgonzola ai Prosciutti di Parma e San Daniele, ma sarà anche liberamente prodotto e commercializzato dal Canada il Parmigiano Reggiano con la traduzione di Parmesan”.

Centrosinistra e Confindustria insorgono

Chi invece con il proprio atteggiamento rispetto al Ceta demarca una distanza dalla volontà degli agricoltori italiani è il centrosinistra, mantenendo una linea di continuità con i governi precedenti, favorevoli all'accordo. L'on. Benedetto Della Vedova, presidente di Forza Europa, soggetto costituente di +Europa, sottolinea che “da quando è in esecuzione provvisoria (il trattato, ndr) ha aumentato le esportazioni agroalimentari italiane in Canada, in misura maggiore rispetto all'import”. Lo storico esponente dei Radicali afferma che non ratificarlo “non è sovranista, è solo folle”, opinione condivisa da Ivan Scalfarotto, deputato Pd in commissione Esteri, che sciorina qualche altro numero: “Le dichiarazioni di Luigi Di Maio sul Ceta sono chiaramente dettate o dall'ignoranza o dalla follia. Il ministro propone di bocciare un trattato già in vigore, grazie al quale il 98% dei dazi sulle merci italiane esportate in Canada è stato azzerato, che ci consente per la prima volta di veder riconosciuti e tutelati i prodotti Igp in un Paese anglosassone extraeuropeo, che permette per la prima volta alle imprese italiane di partecipare agli appalti pubblici in Canada e che apre il mercato canadese alle nostre imprese anche dal punto dei vista dei servizi”. Sulla stessa lunghezza d'onda Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, che reputa “un grave errore” non ratificare il Ceta e aggiunge: “All'Italia conviene il Ceta perché siamo un Paese ad alta vocazione all'export e attraverso l'export creiamo ricchezza”.

Dati smentiti da Coldiretti

I dai sui presunti benefici del Ceta all'Italia sono stati però smontati da Coldiretti. “Ad aumentare è stata solo la falsificazione dei formaggi italiani presenti su quel mercato”, ha denunciato Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti, nel sottolineare che nei primi tre mesi del 2018 sono stati prodotti in Canada ben 3 milioni di chili di falso Parmigiano Reggiano (Parmesan), 2,3 milioni di ricotta locale, 970mila chili di Provolone taroccato senza dimenticare che ci sono addirittura 36,1 milioni di chili di mozzarella e ben 68mila chili di un non ben identificato formaggio Friulano, che certamente non ha nulla a che vedere con la Regione più a Nord est d'Italia. E ancora: gli agricoltori italiani affermano che le esportazioni di Parmigiano Reggiano e di Grana Padano in Canada sono diminuite in valore dell'10% nel primo trimestre del 2018, quello successivo all'entrata in vigore in forma provvisoria del Ceta il 21 settembre 2017.