“Nessuna ingerenza, ricordati i principi di diritto”

E' finita nella notte tra mercoledì e giovedì l'odissea dei migranti minorenni che si trovavano a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera italiana. Dopo aver passato cinque giorni al largo di Lampedusa e altri due attraccati al porto di Catania, senza la possibilità di poter toccare terra ferma, verso la mezzanotte sono iniziate le operazioni di sbarco per i 27 che, successivamente, sono stati trasferiti in centri di accoglienza. Poche ore prima, l'Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia, con un comunicato a firma della presidente Maria Francesca Pricoco, aveva espresso “preoccupazione” dopo aver appreso della presenza di minori tra le 177 persone impossibilitate a sbarcare. Nel comunicato, i magistrati hanno sottolineato dell'esistenza di “obblighi internazionali assunti dall'Italia che richiedono che la condizione dei soggetti vulnerabili – tra i quali i minori, i minori non accompagnati, i genitori singoli con figli minori – debba essere tenuta in particolare considerazione nel momento in cui le persone si presentano alla frontiera”. In Terris ha intervistato la presidente dell'Associazione Italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia (Aimmf), Maria Francesca Pricoco.

Come Aimmf avete fatto un appello pubblico al Governo. Qual è il significato? 
“Vorrei anzitutto precisare che il documento a mia firma quale presidente  della Associazione Italiana Magistrati Minori e famiglia è un comunicato, non un appello, con il quale sono stati richiamati i principi fondamentali e la disciplina dei minori migranti. Non è una richiesta ma un richiamo ai principi di diritto e alla disciplina di legge in vigore. Non abbiamo chiesto niente, abbiamo espresso preoccupazione grave per quello che è accaduto rispetto ai minori stranieri non accompagnati presenti sulla nave Diciotti, ora sbarcati nel nostro territorio. Lo scopo del nostro comunicato è quello di ricordare che esistono diritti inviolabili dei minori stranieri che giungono in territori diversi da quello di appartenenza che sono tutelati non solo dalle convenzioni le convenzioni internazionali, ma esiste una disciplina specifica che è in vigore nello Stato italiano da ultimo riassunta nelle legge 47 del 2017 attraverso cui si riconosco tali diritti a tutti i minori che si trovano sul nostro territorio. I minori che si trovavano a bordo della nave Diciotti erano già in territorio italiano, l'imbarcazione infatti era giunta nel porto di Catania, addirittura aveva attraccato, e quindi il Tribunale per i minorenni aveva competenza per quei minori e per il riconoscimento dei loro diritti. Indipendentemente dallo sbarco, quei minori erano titolari di diritti che dovevano essere immediatamente riconosciuti”

Se dovesse ripetersi un caso come quello della Diciotti, ossia una nave già attraccata su suolo italiano con dei minori migranti a bordo, la magistratura potrebbe dare delle disposizioni in merito? Se si quali?
“La magistratura può operare come abbiamo fatto noi. I minori sono titolari di diritti, occorre logicamente identificarli perché è importante sapere il loro nome, da dove vengono, quanti anni hanno e a seguito di questo avviare un procedimento giudiziario in tutela dei loro diritti e delle loro condizioni”. 

Teme che qualcuno possa valutare il vostro comunicato come un'ingerenza della magistratura in politica?
“Se si legge attentamente, si vede chiaramente che non è un comunicato politico, ma giuridico. Abbiamo ricordato i principi di diritto e ricordato la disciplina in vigore e abbiamo detto che la legge deve essere applicata integralmente e sempre. Non stiamo parlando di nessuna ingerenza rispetto alle scelte politiche, ma si tratta del riconoscimento dei diritti e dell'applicazione della legge”.

I minori non accompagnati possono essere inseriti nelle politiche di ricollocamento in altri Paesi europei?
“E' stato fatto nel 2015 un piano di ricollocamento per i minori di origine eritrea, con scadenza 30 settembre 2017. Eravamo in attesa che ne fosse attivato un altro, ma ancora non è successo, auspichiamo che possa accadere quanto prima”.

Una volta sbarcati in territorio italiano, i minori a quale iter procedurale vanno incontro?
“Viene avviato un procedimento dinanzi al Tribunale per i minorenni che, in seguito alla legge 47 del 2017, deve nominare un tutore: si tratta di una figura che, oltre a svolgere il ruolo di rappresentante legale ed esercente le funzioni genitoriali, rappresenta anche un punto di riferimento. Ad ogni tutore possono essere attributi tre minori, ma ci sono casi eccezionali come avvenuto a Catania dove abbiamo dovuto sforare questa soglia per il gran numero di minori giunti nel nostro territorio. Parlo del distretto della Corte di Appello di Catania che comprende le città di Catania, Siracusa e Ragusa e le relative province. Oltre ai piani di ricollocamento ci sono anche altre leggi che possono essere applicate, ad esempio quella per i ricongiungimenti familiari che permette ai minori di raggiungere altri Paesi europei dove si trovano i loro parenti e questo indipendentemente dal fatto che abbiano presentato la domanda di protezione internazionale in Italia. Ciò che voglio dire che l'attuale disciplina esistente nel nostro Stato in favore dei minori stranieri non accompagnati consente di avere un sistema dedicato a questa categoria maggiormente vulnerabile, costruito anche in base alle esperienze concrete che dagli inizi degli anni 2000 ci troviamo ad affrontare, soprattutto nei territori in cui i migranti arrivano, con non poche difficoltà. Nel 2017 è stata emanata questa legge importante che deve essere portata a compimento con un'applicazione integrale senza alcuna discriminazione, poiché è basata sul principio di uguaglianza e non discriminazione. Verso i minori che si trovavano sulla Diciotti, rispetto a quelli che vivono sul nostro territorio, è stata operata di fatto una disuguaglianza”.