Moody's conferma il rating, su Conte II: garanzia stabilità

L'Italia sconta ancora debolezze note e strutturali come il suo elevato debito pubblico, lo scarso peso istituzionale in Europa e una crescita debole. Ma l'avvio del nuovo governo dovrebbe garantire un maggior senso di appartenenza all'Unione europea, una più tempestiva presentazione della legge di bilancio per il 2020 e una maggiore stabilità politica. Usa il bastone e la carota Moody's nella nota pubblicata nel giorno in cui il Conte 2 si presenta per il voto di fiducia al Senato, dopo averlo ottenuto con 343 sì alla Camera dei Deputati. L'agenzia di rating americana nel suo aggiornamento conferma il suo giudizio per il nostro paese, Baa3 con outlook stabile, ma dimezza le sue stime sulla crescita. Moodys' ha specificato che si tratta di una credit opinion, quindi non di una decisione sul rating italiano, ed elenca le criticità e gli aspetti positivi che ci riguardano.

I problemi

La spada di Damocle della Penisola, il debito pubblico monstre da 2.386 miliardi – secondo il rapporto “Finanza pubblica: fabbisogno e debito” della Banca d'Italia -, difficilmente diventerà più leggera secondo Moody's. Il paese ha una crescita molto debole e sconta “la mancanza di un'agenda economica coerente”. Inoltre “il debito pubblico resterà alto e vulnerabile a shock futuri“, prosegue l'agenzia. L'Italia è danneggiata anche dallo scarso peso politico istituzionale nell'Eurozona, continua Moody, e dall'altalenante fiducia che riscuote sui mercati. Dove si presenta con 280 miliardi di titoli da rifinanziare per l'anno in corso e il prossimo. Altri freni alla crescita e allo sviluppo del nostro paese sono rappresentate da “un settore bancario ancora debole” e dalla mancanza sia di “un'agenda politica coerente” sia “di riforme strutturali”. Le note dolenti si chiudono con la riduzione delle stime di crescita, dopo il calo dello 0,7% della produzione industriale di luglio. “Abbiamo ridotto le nostre previsioni di crescita per quest'anno dal +0,4% al +0,2%“. Netto peggioramente sul 2018, quando l'Italia cresceva quasi dell'1%, mentre si prevede un +0,5% per il 2020.

Nuovo governo, un'opportunità

Nella sua analisi Moody's rileva anche le note positive. Il rapporto deficit/pil italiano di quest'anno viene valutato al 2%, non più al 2,4. Risultato conseguito grazie all'introduzione della fatturazione elettronica, agli incassi dell'Iva e ai risparmi sulle misure bandiera dell'esecutivo precedente, Quota100 e reddito di cittadinanza, dovuti a un minor numero di domande rispetto alle previsioni. Un giudizio positivo inoltre viene dato alla “formazione di un governo di centrosinistra che dovrebbe  garantire un periodo di stabilità politica in Italia” che avrà, secondo l'agenzia americana, una posizione più europeista e presenterà in tempi rapidi la legge di Bilancio per il 2020.  Se è vero che le stime sulla crescita vengono ridotte alla metà e a luglio le industrie italiane sono state meno produttive, in merito al Pil complessivo del 2019 Moody's scrive: “Prevediamo una performance di crescita leggermente più forte nella seconda metà dell'anno, con tassi di crescita trimestrali dello 0,1-0,2%” dovuti “ai continui sviluppi positivi sul mercato del lavoro” – con l'occupazione per il 2019 che cresce dello 0,8%, circa (193mila occupati in più) – “e sulle esportazioni”.