Meloni lancia FdI: “Coalizione? Sì, ma non per forza”

Se il Centrodestra nel 94 ha trovato la sua sintesi intorno alla parola libertà ora la deve trovare intorno alla parola identità”. Ne è convinta la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni che, nel giorno della costruzione della nuova sinistra, ha parlato di coalizioni anche in riferimento al Centrodestra spiegando, dalla convention di Trieste, che “questa è la proposta che farà FdI… non più casa delle libertà ma casa dell'identità. Faremo di tutto per costruire la coalizione ma fatemi dire che non si deve fare per forza… La si fa se ci sono condizioni altrimenti ci sono altre strade”. Poi, rivendicando il ruolo del suo partito, afferma che “non siamo figli di dio minore, con noi dovete fare i conti. Non andremo al rimorchio, siamo forza trainante”.

Messaggio agli alleati

Meloni, fresca di rielezione alla guida del partito, precisa che sui contenuti del futuro programma di governo “vogliamo una condizione di chiarezza e di coerenza: ovvero un patto anti-inciucio, la chiarezza che i voti dati a questa coalizione non possono servire a fare un governo di sinistra. E quando parlo di sinistra mi riferisco non solo al al Pd ma anche al M5S. Chiediamo poi una condizione di onestà, vogliamo liste pulite, una selezione delle candidature''. Poi si rivolge direttamente ai suoi alleati, Salvini e Berlusconi: “A Salvini voglio chiedere di lavorare insieme a una riforma costituzionale che dica presidenzialismo e federalismo patriottico”, mentre al leader di Forza Italia, “rimosso da manovra architettata da consorterie europee, voglio chiedere se è d'accordo a mettere nella nostra Costituzione una clausola di supremazia per dire che la nostra Carta viene prima delle norme europee”.

“Alternativa credibile”

Fratelli d'Italia, ha spiegato Meloni in conclusione della convention triestina, non vuole più essere il partito della destra italiana, che chiaramente difendiamo” ma “un movimento che vuole guardare a tutti i patrioti italiani, a tutti quelli che indipendentemente dalla storia dalla quale provengono pensano che l'amore per l'Italia venga prima di tutto il resto”. Il che, con la chiusura del convegno, vuole dire aprire “una seconda fase”, tanto è vero che cambia leggermente anche il logo: via la scritta 'Alleanza nazionale', così come la sigla 'Msi'. “E' un simbolo – ha detto – che va avanti, mantiene la fiamma ma non fa più riferimento al partito che è venuto prima di noi. La nostra storia resta ma si va avanti. E ci candidiamo a essere una credibile alternativa di governo. Alla coalizione diciamo che siamo disponibili a lavorare su una proposta vincente che secondo noi si fonda sulla concretezza delle proposte: 'prima gli italiani' deve essere il nostro programma e coerenza delle scelte”.