Medie imprese, in 10 anni ne sono scomparse 535

Povertà

In dieci anni sono 535 le medie imprese che hanno chiuso nel nostro Paese: è quanto emerge dall’indagine annuale condotta dal Centro studi di Unioncamere e dall’Ufficio studi di Mediobanca, in cui si analizza la situazione del nostro Paese. Se si escludono i passaggi a diverse categorie, spiegano gli esperti nel rapporto, le liquidazioni e le cessazioni dovute a procedure concorsuali hanno causato il 52,9% delle perdite: la chiusura, cioè, di 450 imprese, contro appena 126 aziende di nuova costituzione.

Nello stesso periodo, 637 imprese hanno invece superato le “soglie dimensionali”, sono diventate quindi aziende medio-grandi: le operazioni di aggregazione non hanno inciso molto sulla crescita dimensionale. Buone notizie sul versante fatturato: nel 2012 si è attestato a 44,3 milioni di euro, in crescita del 27% rispetto al 2003. L’occupazione media per impresa, invece, è calata sia in termini sia medi, con un -2,3%, che mediani, con un -3,6%. Sul fronte della redditività, nel biennio 2011-2012 il Roi è stato pari al 7,1%, con un +1% rispetto al 2009, mentre il Roe è arrivato al 4,7% nel 2012, pari ad un +2,3% rispetto al 2009.

Anche le imposte, in buona parte, gravano sullo scenario delle aziende: secondo lo studio, la tassazione per queste imprese continua ad essere punitiva, con un carico fiscale pari al 43,7%: circa 11 punti percentuali sopra la media delle grandi società. Se la propensione all’export è decisamente elevata, tanto che la quota di aziende esportatrici ha sfiorato l’83% nel 2013, non è altrettanto massiccio l’interesse per un trasloco in paesi stranieri. Dal report infatti emerge che le imprese italiane mantengono un saldo radicamento al territorio: oltre il 72% di esse non ha mai considerato di spostare la produzione all’estero.