Mattarella ricorda il giudice Luigi Daga

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato oggi una dichiarazione in memoria del Magistrato  Luigi Daga.

Ordinamento penitenziario

“Il 17 novembre del 1993 Luigi Daga, Magistrato in servizio presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia, veniva ferito gravemente in Egitto in un attentato terroristico mentre si trovava in missione e moriva per le gravi lesioni riportate a soli 46 anni”, esordisce il Capo di Stato.

“Luigi Daga aveva profuso il suo impegno professionale particolarmente nel settore dell’amministrazione penitenziaria ed era conosciuto come uno dei maggiori esperti europei in materia. Magistrato autorevole, il giudice Daga ha offerto una lettura degli istituti tradizionali del nostro sistema punitivo diretta a favorire la rieducazione dei detenuti e il loro reinserimento sociale attraverso il più ampio ricorso alle misure alternative alla detenzione”, prosegue il testo.

Daga, direttore dell'ufficio studi del Dap, studioso di ordinamento penitenziario, influì infatti sulla riforma del codice di procedura penale del 1999. Fautore della custodia attenuata, egli sosteneva fortemente la tesi della necessità di ridurre comunque “la risposta detentiva ai soli casi di delitti gravi” risultando altrimenti opportune sanzioni alternative alla carcerazione.

“A distanza di venticinque anni dall’attentato terroristico in seguito al quale perse la vita – conclude Mattarella- desidero rinnovare i sentimenti di partecipazione e vicinanza del Paese ai suoi familiari e ai colleghi che lo hanno conosciuto e stimato e che non ne hanno mai dimenticato le doti umane e la dedizione professionale”.

Il ricordo dell'Anm

Anche l'Associazione Nazionale Magistrati (Anm) ricorda, con un comunicato, il collega scomparso venticinque anni fa. “Luigi Daga, magistrato d’appello addetto al ministero della Giustizia, direttore dell'ufficio studi e ricerche del Dap, muore a soli 46 anni il 17 novembre 1993 in seguito alle ferite riportate durante un attentato terroristico al Cairo, dove si trovava per partecipare come relatore  al congresso dell'Associazione egiziana di diritto criminale. L'Anm ricorda il collega, profondo conoscitore del diritto penitenziario, che ha contribuito a rinnovare con la sua preziosa opera, stimato studioso a livello internazionale e brillante autore di numerosi e apprezzati scritti”.