Mattarella convoca Cottarelli

Prosegue a oltranza la crisi istituzionale che sta investendo il nostro Paese, a 84 giorni dalle elezioni del 4 marzo. Il Presidente della Repubblica Mattarella, dopo il colloquio decisivo al Colle con il premier in pectore Conte, ha di fatto confermato l'impossibilità della formazione di un esecutivo a marca Lega-M5s, naufragato sul nome del professor Paolo Savona al Ministero dell'Economia. Al termine del faccia a faccia, durato circa un'ora, il presidente del Consiglio incaricato ha rimesso il suo mandato, aprendo per l'Italia lo scenario di una nuova campagna elettorale e, soprattutto, di una grave crisi politica. Le parole di Mattarella, il quale ha affermato di aver “agevolato il tentativo di dar vita al governo” tra M5s e Lega e di aver “atteso i tempi per farlo approvare dalle basi militanti”, hanno provocato reazioni pesanti in casa M5s, con il leader Di Maio che ha definito “incomprensibile” la scelta del Capo di Stato e con lo spettro dell'impeachment che, dopo essere stato palesato da Giorgia Meloni, ha trovato riscontri anche in casa pentastellata, dove si è citato l'articolo 90 della Costituzione (ribadito dallo stesso Di Maio dal palco di Piazza Grassi a Fiumicino e al telefono a 'Che tempo che fa'). Il Presidente sta tentando di correre ai ripari per risolvere la complessa impasse politica, convocando al Quirinale (per domattina) il commissario della spending review, Carlo Cottarelli. Una scelta fatta in extremis che, a questo punto, potrebbe significare un nuovo incarico provvisorio.  

Il discorso

Nel suo discorso, pronunciato a circa un'ora dal termine del colloquio con Conte, il Capo dello Stato ha reso conto della sua scelta, spiegando che, “dopo aver sperimentato per due mesi senza esito tutte le possibili soluzioni, si è manifestata una maggioranza parlamentare tra il M5s e la Lega che, pur contrapposti alle elezioni, hanno raggiunto un'intesa dopo un ampio lavoro pdel governo”. Mattarella ha chiarito come “nessuno può sostenere che io abbia ostacolato il Governo definito del cambiamento, al contrario ho accompagnato con grande collaborazione questo tentativo, come è mio dovere, in presenza di una maggioranza parlamentare”. Il Presidente, dopo aver affermato di non aver preso la sua decisione su Savona “a cuor leggero”, ha tuttavia chiarito che il suo dovere “è tutelare i risparmi degli italiani… avevo chiesto un nome politico. Io devo firmare i decreti per le nomine dei ministri assumendone la responsabilità istituzionale, in questo caso il presidente della Repubblica svolge un ruolo di garanzia che non hai subito né può subire imposizione”. Questo in riferimento “all'incertezza della nostra posizione nell'Euro” che “ha posto in allarme investitori italiani e stranieri che hanno investito in titoli e aziende. L'aumento dello spread aumenta debito e riduce la possibilità di spese in campo sociale. Questo brucia risorse e risparmi delle aziende e prefigura rischi per le famiglie e cittadini italiani”. Il Presidente ha concluso affermando che “ora da alcune forze politiche mi si chiede di andare alle elezioni. Prenderò delle decisioni sulla base dell’evoluzione della situazione alle Camere”.

Le reazioni

Nel frattempo, con lo spettro dell'impeachment palesato a chiare lettere da Di Maio, iniziano a piovere le contrastanti reazioni dei vari partiti, spaccati sulla possibilità di mettere sotto accusa il Capo di Stato. Sul punto dell'articolo 90 ha insistito anche la leader FdI, Giorgia Meloni, mentre in casa dem ci si schiera sul fronte del Quirinale, con Martina e Renzi conformi nel definire “inauditi gli attacchi al Colle” e che “minacciare Mattarella è indegno”. Il Presidente è difeso anche dal leader di Liberi e uguali, Pietro Grasso: “Le prerogative del Presidente della Repubblica sono garanzia per il Paese e per i cittadini. Salvini e Di Maio rileggano la Costituzione”. Scettico anche Silvio Berlusconi, per il quale “parlare di impeachment è irresponsabile”.