Martina chiude a M5s e Centrodestra

L'importanza della direzione del Partito democratico non si noterà solo sul fronte interno ma anche e soprattutto su quello esterno. Azzerate le possibilità di formazione di un governo con il Movimento 5 stelle, altrettanto nulle quelle di un dialogo con il Centrodestra, con il risultato che il confronto fra le varie componenti dem è servito a chiarire sostanzialmente due questioni: da una parte la decisione di sanare le ferite interne e ricostruire un partito coeso, dall'altra l'imminente ritorno alle urne, ormai una possibilità più che concreta. Lo ha lasciato intendere anche il segretario ad interim, Maurizio Martina, il quale ha spiegato che il Pd “supporterà l'operato del presidente Mattarella, a cui vanno la nostra stima e fiducia. Anche lunedì alle consultazioni da noi ci sarà un atteggiamento costruttivo”. In sala, presenti anche il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e l'ex premier Matteo Renzi.

“Riprogettare per ripartire”

Nel corso della sua relazione, Martina è tornato sul tasto dolente della debacle elettorale e sulla necessità di una progettazione a lungo termine. Per questo, a fronte di “un confronto franco e sincero a due mesi dal voto”, il segretario dem ha ribadito che è impossibile “rimuovere quel che è accaduto, dobbiamo capire per cambiare… Non ce la caveremo solo con qualche mossa tattica”. Per Martina “non si tratta di tornare indietro né andare oltre, ma riprogettare per ripartire. Serve un ripensamento netto su come si sta insieme, su come ci si confronta e si prendono le decisioni dopo essersi ascoltati e aver fatto un confronto con la voglia di costruire una risposta insieme non solo con rapporti di forza”. E, a questo punto, il segretario reggente fa richiesta al partito di continuare a credere nel suo percorso: “Chiedo alla direzione di rinnovarmi la fiducia a proseguire il mandato fino all'assemblea nazionale. Non chiedo sostegni di facciata ma un passo consapevole”

Nessun sostegno al Centrodestra

Per quanto riguarda il capitolo M5s, il segretario è chiaro nel definire chiusa la questione: “Parlavamo molto di loro ma il tema vero eravamo noi, il nostro ruolo e la nostra funzione anche quando si è minoranza. Per me era non condannarci all'irrilevanza e accettare una sfida. Era un'ipotesi più rischiosa ma l'ho immaginata per come potevo fino a qui con questa ambizione”. Chiusura anche in zona Centrodestra: “Per noi il tema non è mai stato votare Salvini o Di Maio Premier. Ma per noi il tema non potrà mai essere nemmeno sostenere un qualsivoglia percorso con Salvini, Berlusconi e Meloni come soci di riferimento. Tanto più impossibile chiaramente per noi un governo a trazione leghista”. Un punto del quale ha parlato anche Andrea Orlando nel corso del suo intervento: “Un governo è 'di tutti' se ci stanno tutti. Ma credo sia difficile. Quindi prepariamoci al voto consapevoli che una barca con due timoni non va”.