Mare Jonio, indagato Luca Casarini

C'è anche Luca Casarini, il capo-missione della ong Mediterranea, fra gli indagati dal procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, e il pubblico ministero, Cecilia Baravelli. Casarini è stato ascoltato per sette ore dai pm in merito alla vicenda della nave Mare Jonio che, alcuni giorni fa, aveva soccorso 49 migranti nel Sar libico, dirigendosi poi verso Lampedusa ed essere sequestrata dalla Finanza dopo lo sbarco. Dopo il comandante dell'imbarcazione, Pietro Marrone, è dunque il coordinatore della missione dell'ong a finire nel registro degli indagati con le medesime contestazioni mosse al capitano della nave: favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e rifiuto di obbedire all'ordine imposto dalle autorità di arrestare l'imbarcazione. Una decisione che, come spiegato dal legale Fabio Lanfranca, “non ci stupisce, ce l'aspettavamo”.

La versione

Durante le sette ore di interrogatorio, Casarini avrebbe ribadito ai pm la versione già fornita nei giorni scorsi, ovvero che al momento dell'intervento della Mare Jonio il gommone con i 49 migranti a bordo era in procinto di affondare. Al capo-missione è contestato anche il non aver spento i motori dopo aver ricevuto l'ordine da parte di una motovedetta della Guardia di finanza. Un comando disatteso perché, come riferito dal comandante Marrone durante il suo interrogatorio, le condizioni del mare non consentivano di spegnere il motore senza rischiare l'ingovernabilità dell'imbarcazione, mettendo così a rischio l'incolumità delle persone a bordo. Casarini avrebbe inoltre confermato che la Guardia Costiera libica, arrivata dopo diverso tempo, non ha impedito l'attività di soccorso. Il verbale, come previsto dal codice, è stato sospeso.

Al momento, la Mare Jonio è ancora sotto sequestro da parte della Finanza, mentre i 49 migranti, dopo lo sbarco, sono stati trasferiti al cenetro di accoglienza di contrada Imbriacola.