MAFIA CAPITALE: IL PACCHETTO ROMA IN CONSIGLIO DEI MINISTRI IL 27 AGOSTO

Bisognerà aspettare sino al 27 agosto per conoscere il destino del Campidiglio dopo lo scandalo Mafia Capitale. Nonostante quanto affermato da Alfano – “potrei presentarlo anche oggi stesso” aveva detto ieri il ministro dell’Interno – pacchetto approderà in Consiglio dei ministri solo a fine mese, alla ripresa dopo la pausa estiva. E non riguarderà solo le misure relative al governo della Capitale ma tutta una serie di provvedimenti per la città. Ma Renzi ha assicurato che “non ci saranno sorprese” e che quindi Ignazio Marino può dormire sonni tranquilli. Sia palazzo Chigi sia il Viminale hanno sottolineato che dietro la scelta di rinviare la decisione su Roma – era stato lo stesso ministero dell’Interno a far filtrare nelle settimane scorse che il provvedimento sarebbe stato affrontato nell’ultima riunione del Cdm prima della pausa – non c’è alcuno scontro tra Alfano e il premier. Il rinvio, hanno spiegato, è stato concordato tra i due considerata la delicatezza della vicenda che richiede un maggiore approfondimento.

“Il ministro Alfano – ha detto Renzi – presenterà la propria relazione nella riunione del 27 agosto alle 12. Una riunione nella quale approveremo una serie di pacchetti che vanno dal commissario per il debito del Comune di Roma al decreto sul Giubileo e alle iniziative richieste dal Campidoglio”. Il premier ha anche risposto a chi gli chiedeva se le dichiarazioni messe a verbale da Buzzi – il ras delle cooperative che, secondo gli inquirenti, era con Massimo Carminati al vertice dell’organizzazione che aveva infiltrato il comune di Roma – avessero cambiato in qualche modo il quadro della situazione, spingendo il ministro Alfano e il governo a rivedere la propria posizione. “Le parole del ministro, del prefetto Gabrielli e del procuratore Pignatone – ha chiarito il premier – si allineano perfettamente alla nostra posizione. Mi pare di capire che c’è una strategia processuale del tutto rispettabile da parte di alcuni imputati, ma come è ovvio questa cosa non cambia né il nostro approccio né una relazione fatta dal personale molto qualificato del ministero dell’Interno”.